“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Turbo Renzi ha fretta di fare il Governo. La Zanzara: tana libera tutti
L'entourage del "rottamatore" cerca nomi illustri per mascherare il "vuoto cosmico". Intanto il Paese è sull'orlo del baratro finanziario
TURBO RENZI HA FRETTA DI FARE IL GOVERNO. Per Matteo Renzi è solo un fastidioso inconveniente il non aver ottenuto direttamente dagli elettori l'investitura a Premier. Tanta era la fretta di costituire un nuovo governo che, le solite procedure da seguire in caso di crisi di governo sono state saltate e lo stesso Presidente della Repubblica, per non perdere tempo, non ha ritenuto opportuno rinviare l'ex Premier Letta in Parlamento. Le ragioni di una tale fretta, ufficialmente sono giustificate dal continuo sgretolamento del governo del nipote. Secondo molti commentatori invece Renzi avrebbe avuto fretta perché non voleva lasciare decidere a Letta come rinnovare i vertici in scadenza di aziende controllate dallo Stato come Eni, Enel, Finmeccanica, Ferrovie, Poste, Fintecna ecc. ecc.. Insomma anche all'ex rottamatore farebbe comodo riservare a persone di fiducia, secondo la migliore tradizione clientelare, qualche centinaio di poltrone da dove i gran commis italiani, remunerati con stipendi da nababbi, decidono le sorti della nostra economia.
IL RINNOVO DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE DEGLI ENTI CONTROLLATI DALLO STATO. Nei prossimi mesi, infatti, insieme all'approvazione dei bilanci del 2013 delle aziende pubbliche, dovranno essere rinnovati i principali consigli di amministrazione delle aziende controllate dallo Stato. Si spiegherebbe così l'urgenza di formare una squadra di governo che il fido Delrio ha garantito di fare "entro la fine della settimana". Il "demolition man" della stampa britannica,
icona di efficienza, rapidità e decisione, si è dovuto precipitare a ufficializzare la sua road-map che, per ora è formata solo da slogan privi di contenuto. Ha infatti annunciato, che il suo crono programma, prevede tempi strettissimi: entro febbraio ci sarà la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale, a marzo quella del lavoro ed occupazione, ad aprile la riforma della pubblica
amministrazione e a maggio quella del fisco. Quanta efficienza! Si può chiedere di piu' a chi a soli 39 è presidente del consiglio? Un record quello di Renzi che è il più giovane premier che il Paese abbia mai avuto. Addirittura più giovane di qualche mese di Mussolini andato al governo alla sua stessa età . Per giunta giocano a favore dell'ex sindaco di Firenze diverse circostanze: il successo del renziano Francesco Pigliaru nelle regionali in Sardegna, il primo segnale di ripresa dal 2008, rappresentato dal seppure modesto incremento del Pil dello 0,1% , e infine, last but not least, il sostegno di settori importanti dell'economia, della finanza e dei media
compresi quelli controllati dal Cavaliere.
I TANTI PERSONAGGI DELLA POLITICA, ECONOMIA E CULTURA CHE HANNO DETTO "NO" A RENZI. Come si spiega allora che importanti personaggi della politica, dell'economia e della cultura si sono rifiutati di entrare nel governo? Hanno detto "no" a Renzi lo scrittore Alessandro Baricco, l'ad di Luxottica Andrea Guerra, il fondatore di Eataly Oscar Farinetti. Hanno rifiutato un ministero gli ex presidenti del consiglio Romano Prodi, e lo stesso Enrico Letta. Luca Cordero di Montezemolo è tra quelli che sono piuttosto titubanti a far parte della squadra del rottamatore. Perfino il dicastero chiave, quello dell'economia e dello sviluppo, è in attesa di un responsabile. Fior di economisti eccellenti come Lucrezia Reichlin e Fabrizio Barca, hanno rifiutato l'offerta. La professoressa Reichlin, figlia del deputato del Pci Alfredo Reichlin, ha motivato il rifiuto affermando "io non vado in Europa a chiedere di sforare il 3% senza aver concordato prima col premier le riforme necessarie all'Italia", precisando anche che, "non conosco il piano Renzi e quel poco che ho letto finora non lo condivido".
BARCA CADE NELLA TRAPPOLA DE "LA ZANZARA" E DICE PESTE E E CORNA DEL NUOVO GOVERNO. Lo scherzo de "La Zanzara", che ha trasmesso in radio un colloquio telefonico riservato,tra Fabrizio Barca ed un finto, quanto improbabile, Niki Vendola, ha rivelato che l'ex ministro del governo Monti, ha una pessima opinione del futuro governo. Nel corso della telefonata Barca, anche lui come la Reichlin figlio di un prestigioso esponente del Pci, si è lamentato di aver ricevuto pressioni da Carlo De Benedetti, il patron di Repubblica, affinché accettase la nomina a ministro dell'economia. Ha infatti confidato al suo interlocutore, a proposito di De Benedetti che "lui non si rende conto che io più vedo un imprenditore dietro un'operazione politica, più ho conferma di tutte le mie preoccupazioni". Secondo Barca, esponente della sinistra Ds, l'insistenza dei "cacciatori di teste" dell'entourage Renzi nel volerlo nella squadra, si spiega con il bisogno della ricerca di una"copertura a sinistra" del governo. Se per pura ipotesi Barca, in virtù di un improbalibe incarico di ministro, richiedesse una patrimoniale da 400 miliardi di euro, Renzi ed il suo entourage risponderebbero picche. Testualmente la frase registrata è stata la seguente: "Se io dico che voglio fare una patrimoniale da 400 miliardi di euro, cosa che secondo me va fatta, tu cosa rispondi? Mi dici che va bene?". Barca conosce bene i suoi polli tant'è che i giornali di oggi ci informano che il governo Renzi è decisamente contrario ad una patrimoniale. La conversazione termina con una lugubre previsione dell'economista: "il problema è un altro. Ma tra 30 giorni, quando si capisce che non c'è niente, il Paese dà di testa". La prospettiva dell'economista a ben riflettere, è agghiacciante perché se tra un mese anche il governo del rottamatore sarà bruciato, gli italiani che a quel punto avranno perso completamente la fiducia nella "politica", e forse anche la pazienza, avranno reazioni che allo stato attuale è difficile preconizzare.
Foto: Pep Marchegiani
Clemente Manzo