Testa non "molla" sul Comune: primarie o sarà guerra nel centrodestra

Prosegue il "braccio di ferro" romano tra Nuovo Centro Destra e Forza Italia. E spuntano i primi manifesti

Testa non "molla" sul Comune: primarie o sarà guerra nel centrodestra

La frase Nomen omen (o al plurale nomina sunt omina) è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "il nome è un presagio", "un nome un destino", "il destino nel nome", "di nome e di fatto" e deriva dalla credenza dei Romani che nel nome della persona fosse indicato il suo destino.

Nel caso di Guerino Testa, dottore commercialista, già presidente della Provincia di Pescara, nato sotto il segno dei pesci, quasi 44 anni fa, l'idea di non candidarsi, cioè di mollare la leadership del centrodestra come sindaco di Pescara, non gliela leva, appunto, dalla "testa" nessuno. Anche a costo di scatenare una guerra, che potrebbe portare il centrodestra alle comunali 2014 con due o tre candidati sindaci. E' già accaduto a Montesilvano, con Manola Musa sostenuta dall'allora Pdl e Lillo Cordoma, sindaco uscente, e sappiamo tutti com'è andata a finire.

«Primarie di coalizione compatta e aperta al mondo civico», questo il verbo del "pupillo" di Federica Chiavaroli, senatrice quasi per miracolo, del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. Ma Forza Italia, manco a dirlo, non ci sta. «Puntiamo su Luigi Albore Mascia - ha ribadito il coordinatore regionale Nazario Pagano, che ha aggiunto che «non ci sono motivi per non ricandidarlo. Sarebbe come sconfessare cinque anni di amministrazione comunale». Dunque, posizioni inconciliabili che, a questo punto, potrebbero rilanciare anche Berardino Fiorilli (Rialzati Abruzzo), sempre pronto come un falco a colgliere il momento giusto per scendere in campo.

Intanto la città di Pescara si prepara a sopportate la battaglia dei manifesti. Dopo quelli del centrosinistra lanciati da Moreno Di Pietrantonio ed Antonio Blasioli è, appunto, Testa che ha tappezzato le arterie principali con 6x3 contenenti il suo bel faccino e la scritta "Noi che amiamo Pescara".

Ma chi li paga?

Marco Le Boeuf