Terremotati di Serie A, B e C

La mala politica nel dopo sisma. Rossi (Cospa Abruzzo): «Microeconomia distrutta, ma in Emilia è diverso»

Terremotati di Serie A, B e C
TERREMOTATI DI SERIE A E DI SERIE B - «In Italia esistono terremotati di serie A e terremotati di serie B, anzi di serie C o forse meno». Ne è convinto Dino Rossi del Cospa Abruzzo, e la "scoperta" - inutile dirlo - è di quelle non belle nè tantomeno piacevoli. «Ricordate il terremoto in Abruzzo? Quando arrivarono i viveri nelle tendopoli? I nostri prodotti venivano buttati nelle scarpate dai contadini - afferma Rossi - Il latte immagazzinato presso la centrale del latte, mentre nelle tendopoli arrivavano confezioni di latte con scadenza breve, per poi essere smaltito dalla Protezione civile. La carne proveniva da tutti i luoghi d’Italia ed era come il pesce: dopo tre giorni, già puzzava. Ogni tanto nelle tendopoli c’erano casi di dissenterie, ma per le autorità sanitarie era tutto regolare. Nel frattempo, i nostri vitelli dentro le stalle diventavano tori e gli agnelli montoni. Noi contadini lasciati così all’abbandono senza che nessuno ci desse una mano, ad eccezione dell’'allora Prefetto Gabrielli che, vista la situazione disastrosa, si prodigò per far ritirare alcuni prodotti immagazzinati presso la centrale del latte». Dopo numerose segnalazioni inoltrate da Dino Rossi, il consiglio dei Ministri «modificò in parte il provvedimento, e nonostante ciò il mondo agricolo ebbe un duro colpo economico».
 
«LA MICROECONOMIA ANDO' A FARSI FOTTERE» - Rossi non è certo il primo a sostenere che l'emergenza post-sisma sia stata gestita male, abbondando negli sprechi e via dicendo, ma il suo punto di vista è molto importante in quanto è quello di un "addetto ai lavori", che opera in un mondo - come quello agricolo - cruciale per la salute oltre che per la semplice alimentazione. «Tutta la microeconomia andò a farsi fottere - dice Dino senza mezze parole - I soldi che servivano a pagare le bollette (per fortuna sospese) furono utilizzati dagli agricoltori per attutire il danno economico. Oggi ci ritroviamo punto e a capo, in quanto arrivano le bollette sospese e a quelle attuali si aggiungono i costi di gestione arrivati alle stelle, dovuti al caro gasolio, e le nuove tasse imposte dal “nuovo governo tecnico”. Nel frattempo, dopo il sisma creato dalla mala-politica, ne sopraggiungono altri di scossoni nel mondo agricolo. Arrivano a dare il colpo di grazia le banche, che, infischiandosene dei provvedimenti emessi dal consiglio dei Ministri, iniziano a fare i precetti e le messe in mora ai loro clienti terremotati, banca Monte dei Paschi in testa. È successo al sottoscritto, tutto documentato».

MA CON IL TERREMOTO EMILIANO... - Con il terremoto nell’Emilia, secondo Rossi, le cose sono però cambiate: «Le banche vendono il Parmigiano. Pensate che se un cliente si reca alla Carispaq a pagare le bollette a una delle tante filiali disseminate in Abruzzo, riesce con una busta di Parmigiano, magari al posto del blocchetto degli assegni». Non bisogna dimenticare, a scanso di equivoci, che di recente la Carispaq è stata acquisita dalla Banca Popolare dell'Emilia Romagna... «Strano come cambiano le cose: la stessa banca che in Abruzzo, appena dopo il sisma, ha messo in mora i suoi clienti terremotati, ora vende il Parmigiano al minuto, senza tenere il manuale di autocontrollo come prevede il nuovo regolamento sanitario. Contrariamente a noi: quando dovevamo rifornire le tendopoli, le nostre Asl pretendevano il marchio CE». Insomma, due pesi e due misure. Ma che vergogna. Ad ogni modo (e questa cosa gli fa onore) il Cospa Abruzzo si è messo a disposizione per aiutare "i veri contadini" dell’Emilia Romagna a vendere il proprio formaggio: info 0862/954478, 329/9491365,az.agrossidino@libero.it.
Marco Sette