Squinzi a Chieti: Confimi, "In Abruzzo rompere con il passato"

Ernesto Petricca, in occasione dell'arrivo (previsto domani) del presidente di Confindustria, ha inviato a quest'ultimo una lettera

Squinzi a Chieti: Confimi, "In Abruzzo rompere con il passato"

PETRICCA SCRIVE A SQUINZI. "La corsa al successo personale che alcuni presidenti mettono in atto servendosi dell'Associazione deve cessare, perche' infanga non solo l'onorabilita' di un brand storico come quello di Confindustria, ma getta disdoro su tutta la categoria degli imprenditori". Lo afferma Ernesto Petricca, direttore di Confimi Abruzzo (la confederazione dell'industria manifatturiera italiana e dell'impresa privata) in una lettera inviata al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, atteso domani a Chieti in occasione dell'assemblea generale di Confindustria Chieti Pescara per sancire la fusione tra le due associazioni.

LA LETTERA. "Lei - si legge nella missiva - rappresenta il tessuto storico dell'industria italiana e per questo porta il peso di una responsabilita' che prescinde dalle sigle. La piccole imprese sono il 95% del totale nazionale con un'incidenza degli addetti pari al 47%, e Confimi in Abruzzo ne rappresenta 400, con 400 milioni di fatturato e 6mila addetti. I numeri stanno a significare che il lavoro da fare e' di squadra, non di appartenenza ad un vessillo piuttosto che ad un altro: non ci sono gagliardetti, e' in gioco il futuro dell'Abruzzo e con esso quello del Paese. Per questo porgiamo anche noi gli omaggi per il suo arrivo, insieme e in nome di un Abruzzo unico: domani pero' vorremmo essere certi di brindare con lei ad un battesimo, e giammai ai piedi di un moribondo. Da imprenditori sappiamo che le fusioni possono generare maggiore efficienza aziendale oppure creare mostri che chiudono i bilanci in perdita. E la riflessione e' doverosa perche' da un po' l'Abruzzo Confindustriale assiste impotente a scandali che non sembrano fermarsi e che, anzi, vanno in crescendo. Nella nostra terra d'Abruzzo abbiamo fior di imprenditori che eccellono nel mondo, e sono questi che dobbiamo tenere a battesimo, non le burocrazie, sia esse confindustriali che di altra matrice".

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