Sebastiani annulla il ritiro. Ma qual è il futuro del Delfino?

L'allenatore pro tempore Marino ha chiesto di poterlo sospendere per "lavorare in un clima sereno e non punitivo"

Sebastiani annulla il ritiro. Ma qual è il futuro del Delfino?

Cosa stia accadendo all'interno del sodalizio biancazzurro è un mistero che nemmeno quello di Fatima.  A livello di società non si sa più nulla. Dovevano arrivare gli arabi o i russi e che era cosa fatta per la vendita dell'80% del club prima di Natale: avete visto qualcosa? No. Nulla. Sta però circolando la voce che il presidente Daniele Sebastiani abbia chiuso la sua società di leasing, licenziando anche i dipendenti, per dedicarsi unicamente al calcio.

Capitolo tecnico, che non significa solo l'allenatore. Il 2014 è iniziato malissimo: quattro sconfitte consecutive, più l'ultima del 2013 (contro l'Empoli), sanciscono definitvamente i disturbi psichiatrici della squadra allenata da Marino.

Non si possono, infatti, vincere sei partite di fila e perderne, quasi altrettante, senza un apparente motivo.

Dulcis in fundo l'ultimo dietrofront. "L'allenatore Pasquale Marino, dopo Il colloquio con la squadra, ha chiesto al presidente Sebastiani - si legge in una nota dell'ufficio stampa - di poter sospendere il ritiro in quanto la squadra ha bisogno di lavorare con serenità e non in un clima punitivo. Il presidente ha capito e accettato con fiducia le motivazioni del mister che ha caricato su di sé la responsabilità di questa scelta".

Sarà? A noi che scriviamo ci pare la confusione totale. Tanto il futuro è dietro l'angolo. Sabato si va a Bari e non sarà certamente una passeggiata.

Romanzo

Nota di Redazione

Il presidente della Pescara Calcio Daniele Sebastiani smentisce nella maniera più assoluta che la sua attività imprenditoriale sia in chiusura. E a noi che scriviamo questo ci fa molto piacere perchè: A) Chi riesce a fare impresa in Italia sia un eroe. B) Che il futuro della società è nella mani di persone in grado di resistere in questo contesto economico allucinante C) Sostenere un'attività quasi filantropica come è il calcio a Pescara, quando la parte ricca della città si è tirata indietro, non è da tutti