Rifiuti: Umberto Di Primio indagato per corruzione

Finisce nei guai anche il sindaco di Chieti nell'ambito di un'inchiesta sulla realizzazione del "Megalò 3". Perquisiti casa e ufficio del primo cittadino

Rifiuti: Umberto Di Primio indagato per corruzione

RIFIUTI, E' INDAGATO UMBERTO DI PRIMIO. Perquisizioni in Abruzzo e fuori regione sono in corso, da parte del personale della squadra mobile di Pescara, nell'ambito di un'indagine per corruzione relativa alla realizzazione del 'Megalò 3' che vede indagato anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primo, alla guida del Comune da cinque anni. La squadra mobile del capoluogo adriatico, diretta da Pierfrancesco Muriana, sta perquisendo casa e ufficio del primo cittadino, tra Francavilla al Mare e Chieti. Si tratta di un fascicolo stralcio dell'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti condotta stamani dal Corpo forestale dello Stato che ha gia' recapitato quattro arresti ai domiciliari.

IL PROGETTO MEGALO' 3. 'Megalo' 3' e' un progetto di sviluppo del grande centro commerciale di Chieti Scalo. Oltre a Di Primio gli altri indagati in questo filone di inchiesta, sempre per corruzione, sono il segretario generale dell'Autorita' dei bacini, oggetto di perquisizioni a casa e negli uffici, in una serie di ditte, tra L'Aquila e Roma, e il titolare di una ditta legata al progetto di Megalo', presunto corruttore, anch'egli perquisito tra Montesilvano, Chieti, Napoli e Roma. I pm che coordinano l'inchiesta sono David Mancini e Fabio Picuti, della Procura distrettuale antimafia dell'Aquila.

IL FATTO. Partendo da una segnalazione che riguardava il presunto smaltimento illecito dei rifiuti che si e' concretizzato con gli arresti di stamani, la Forestale si e' imbattuta in una vicenda piu' ampia che riguardava lo sfruttamento di alcuni terreni nell'area vasta dove sorge il Megalo' e dove sono previste nuove speculazioni edilizie. Nell'ambito di questo stralcio di indagine si sarebbero poi seguite alcune piste che farebbero pensare a corruzione per alcuni lavori. Gli investigatori lavorano da mesi sulla vicenda che sarebbe partita da alcune denunce circostanziate e documentate.

Il corriere teatino