Ridateci il sesso in spiaggia

Da oltre 15 anni è in vigore l'ordinanza intercomunale che vieta ai ragazzi di passare la notte al mare. Cancelliamola, ok?

Ridateci il sesso in spiaggia

RIDATECI IL MARE E LA SPIAGGIA DI NOTTE. Possibile che nessuno si lamenti? Possibile che non si è stufi di questa società iper regolamentata che arriva a determinare e decidere ogni momento della nostra vita? Possibile che a nessuno manchi la meraviglia di poter trascorrere una notte selvaggia in spiaggia, cullati dalle onde e magari anche in dolcissima compagnia? Eppure tutto questo, che oggi per le giovani generazioni del litorale abruzzese sembra un sogno, fino a qualche anno fa era realtà. Infatto, chi aveva avuto la fortuna di nascere negli anni '70/80 in una città baciata dal mare Adriatico - come Pescara, Francavilla e Montesilvano - sapeva che il luogo prediletto per fare le prime esperienze sessuali - esatto, fare l'amore! - ma anche trascorrere una divertente serata in allegria tra amici era appunto la spiaggia. Poi, che cosa è successo? Complici alcuni episodi di vandalismo le lobbies dei balneatori hanno colto la palla al balzo ed hanno chiesto ed ottenuto dalla politica, con la scusa che ogni mattina si faceva la conta dei danni  - ombrelloni divelti o bruciati, sedie e sdraio sparse ovunque, bottiglie di birra e sporcizia - il divieto di scendere in spiaggia e trascorrere la notte sui lettini e le sdraio dei vari concessionari demaniali, cioè di quella cosa pubblica chiamata spiaggia. Piano piano tutti i comuni della costa (Silvi, Giulianova, Roseto, Vasto, etc) si sono adeguati finchè la spiaggia di notte è diventata pressochè off-limits, tranne che per alcune zone di spiaggia libera che ormai sono pressochè scomparse un pò ovunque in Abruzzo. Addirittura sono stati assunti dei vigilantes che per tutta l'estate, a bordo di fastidiosissimi quod, presidiano e monitorano i chilomentri e chilometri di costa abruzzese come i vigili urbani fanno con le strade di cemento.

E SE ORA FOSSIMO PRONTI COME IN CALIFORNIA. Ma a questo punto la domanda nasce spontanea: e se questo divieto fosse anacronistico? E se fossimo finalmente pronti ad amare e rispettare la nostra principale risorsa, dopo avere passato anni a sognarla da lontano ed a rimpiangere i bei tempi che furono? Magari questo esperimento, eliminando quel fastidioso divieto, si potrebbe provare ancora. Magari oggi siamo pronti ad imitare la California, patria delle libertà e dei diritti dei cittadini, oppure - tanto per restare in Italia - della Puglia di Nichi Vendola esempio di sviluppo del turismo ecosostenibile. Non è che la cittadinanza oggi sia meno esuberante di un tempo, anzi forse è anche il contrario. Ma è possibile che finalmente si sia compresa la fortuna di vivere il mare, anche di notte. Siamo o no, tutti d'accordo? 

 

Marco Beef