Referendum Trivelle: ora ce l'hanno tutti con D'Alfonso

Noi con Salvini: "Arrogante il ritiro di Luciano, gli abruzzesi devono potersi esprimere". Le precisazioni del sottosegretario Mazzocca

Referendum Trivelle: ora ce l'hanno tutti con D'Alfonso

CE L'HANNO TUTTI CON LUCIANO. Dopo che la Corte costituzionale si è espressa in favore dell'ammissibilità del referendum sulla durata delle autorizzazioni già rilasciate per le trivellazioni, piovono un po' da tutte le parti critiche e strali all'indirizzo del presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, reo di aver ritirato, in extremis, la partecipazione dell'Abruzzo al processo di richiesta dello stesso. Noi con Salvini, ad esempio, chiede al Faraone chiarimenti riguardo a questa vicenda.

"Ci chiediamo - si legge in una nota - il motivo per cui il presidente non voglia dare la possibilità ai cittadini di esprimere la propria opinione. Il tema non riguarda solo Ombrina, problema che la legge di stabilità avrebbe superato, ma tutte le piattaforme esistenti entro le 12 miglia dalla costa i cui titoli autorizzativi sono in scadenza. Siamo dunque dinanzi a un problema, con significativi riflessi sul turismo e sull'ambiente, sul quale non possono essere solo le istituzioni a decidere. Perchè tra dieci governatori D’Alfonso è stato l'unico a sfilarsi? Qual è la differenza rispetto alle altre Regioni aderenti che lo ha portato a questa decisione scavalcando, per altro, persino il suo consiglio regionale?.

LA MAZZOCCA(TA) DI MARIO. Anche Sel, tramite il Sottosegretario Regionale con delega all'ambiente Mario Mazzocca, si è sentita in dovere di fare alcune precisazioni. Mazzocca ha infatti dichiarato: "Tra me e la Giunta, al momento della delibera, c'era una sostanziale diversità di vedute sul tema della cessazione dell'oggetto del contendere, che invece ha generato la presentazione della memoria alla Corte di Cassazione sul sesto e residuale quesito". 

LE MOTIVAZIONI CHE CI SPINGONO A DIRE NO. Il Decreto Sblocca Italia prescrive che il rilascio del titolo di concessione di attività sui giacimenti sia unico (le autorizzazioni per le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi prima del Decreto erano atti amministrativi separati) e le autorizzazioni avranno una durata superiore ai 30 anni. Il rischio di incidenti sulle piattaforme è sempre presente e ampiamente documentato. Sebbene questi siano eventi rari, sono pur sempre possibili e basta un solo incidente, uno solo, per distruggere tutta la costa, vanificare decenni di lavoro per la promozione turistica e distruggere l’industria della pesca. Incidenti recenti riguardano la Spagna, la Corea, il Messico, la Norvegia, l’Australia e, ovviamente il pozzo Macondo nel golfo del Messico degli Usa. Il litorale abruzzese è già interessato da forti problemi di erosione e perdita della spiaggia. Non esponiamoci ad altri rischi. Noi diciamo no.

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