“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Quattro milioni di italiani hanno smesso di curarsi
A denunciare questo scenario inquietante é il report “sanità pubblica in emergenza” a cura della fondazione Gimbe
Ci sono numeri che delineano uno scenario inquietante del nostro paese. La spesa per la salute pagata di tasca propria dagli italiani nel 2023 e’ cresciuta del 10 %. Questo fattore insieme alla lunghezza delle liste d’attesa, é la causa che porta 4,5 milioni di persone, in Italia, a rinunciare alle cure. Questi numeri, uniti alle diseguaglianze regionali, alla migrazione sanitaria e ai pronto soccorso affollati “dimostrano che la tenuta del Servizio sanitario nazionale è prossima al punto di non ritorno”. Mentre per la spesa sanitaria c’è un gap di 52 miliardi con la media dei Paesi dell’Ue. A denunciare una “sanità pubblica in emergenza” è la fondazione Gimbe, ma il ministro della salute che rassicura “nella Legge di bilancio ci saranno risorse adeguate per la sanità”. Mentre spetta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolineare, ancora una volta, il valore del Servizio sanitario come “risorsa preziosa e pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute”. Alla vigilia del G7 Salute che si sta per aprire ad Ancona, il settimo rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario nazionale scatta la fotografia. Rispetto al 2022, nel 2023 l’aumento della spesa sanitaria totale è stato sostenuto esclusivamente dalle famiglie come spesa diretta o tramite fondi e assicurazioni. Mentre resta stabile la spesa sanitaria pubblica italiana, che rispetto alla media dei Paesi Ocse membri dell’Unione Europea, vede un gap che sfiora i 52,4 miliardi e ci “rende fanalino di coda, con una differenza ormai incolmabile con altri Paesi”. La conseguenza è che sempre più persone, spiega Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, “sono costrette a pagare di tasca propria un numero crescente di prestazioni sanitarie”: si chiama spesa ‘out-of-pocket’ e, se nel periodo 2021-2022 ha registrato un incremento medio annuo dell’1,6%, nel 2023 si è impennata aumentando del 10,3% in un solo anno. Ed è questo uno dei motivi principali che nel 2023, hanno portato 4 milioni e mezzo di persone a rinunciare a visite o esami medici.