Processo Bussi Bis: nessun responsabile per la distribuzione delle acque avvelenate

Derubricato il reato da doloso a colposo: assolti Catena ed i vertici Aca e Ato. Acerbo: "Siamo un paese di prescritti"

Processo Bussi Bis: nessun responsabile per la distribuzione delle acque avvelenate

BUSSI BIS: NESSUN RESPONSABILE PER LA DISTRIBUZIONE DELLE ACQUE AVVELENATE. Assoluzione per non aver commesso il fatto, dunque piena, per l’ex presidente dell’Aca Bruno Catena e derubricazione del reato di distribuzione di acqua avvelenata nell'area metropolitana da doloso a colposo per gli altri quattro imputati, con conseguente applicazione della prescrizione. È questo in pratica il verdetto emesso, ieri pomeriggio, dal gup del tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco, in merito al processo cosiddetto Bussi bis, uno stralcio del filone processuale principale legato alla scoperta della discarica di rifiuti tossici Tremonti, effettuata nel 2007 a Bussi sul Tirino (Pescara), da un indagine della Guardia Forestale.

PRESCRIZIONE VERTICI ACA E ATO. Hanno, invece, beneficiato della prescrizione Giorgio D’Ambrosio, all’epoca dei fatti presidente dell’Ato oggi presidente di Ecologica ovvero la partecipata del Comune di Spoltore che si occupa dei rifiuti urbani, Bartolomeo Di Giovanni, come direttore generale dell’Aca, Lorenzo Livello, in qualità di direttore tecnico dell’Aca Spa e Roberto Rongione, responsabile del Servizio Sian della Asl di Pescara. Nel corso della precedente udienza il pm Anna Rita Mantini aveva chiesto per i cinque imputati la derubricazione del reato da doloso a colposo. Le parti civili avevano chiesto complessivamente un risarcimento per danni di immagine, alla salute e patrimoniali, di oltre 23 milioni e 250 mila euro. I difensori degli imputati, invece, avevano chiesto l’assoluzione per i loro assistiti.

ACERBO : "SIAMO UN PAESE DI PRESCRITTI". ''La sentenza suscita amarezza: siamo ormai nel paese dei prescritti che non rinunciano mai alla prescrizione che però va ricordato che non equivale a un'assoluzione. Una cosa è certa: se non era per noi -Rifondazione Comunista, WWF, Forum Acqua - quelli lì ci avrebbero fatto bere l'acqua che veniva da quei pozzi inquinati chissà per quanti altri anni''. Lo dice Maurizio Acerbo della segreteria nazionale del Prc. ''Quando rendemmo pubblici - con la mia interrogazione parlamentare - per la prima volta i dati frutto delle analisi da noi commissionate fummo accusati di dire cose non vere. Quei pozzi oggi sono chiusi, l'Istituto Superiore di Sanità ha chiarito che avevamo ragione su tutto e la sentenza che attendiamo di leggere non cancella le responsabilità politiche di chi gestiva ACA e ATO'', chiude Maurizio Acerbo.

Redazione IN