“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Premi Flaiano, il Pd: “Anche Portanuova e’ mortificata”
Il segretario del circolo ‘G.Di Vittorio’ denuncia l’operato dell’amministrazione di centrodestra verso il prestigioso evento
Il Circolo Di Vittorio - Pescara Portanuova manifesta la sua piena solidarietà alla Presidente dei Premi Internazionali Ennio Flaiano, Carla Tiboni. “Il continuo boicottaggio da parte dell'amministrazione comunale e del Sindaco Masci hanno costretto Carla Tiboni a spostare da Pescara la storica manifestazione internazionale che dal 1974 si tiene nella città natale di Ennio Flaiano, coinvolgendo personalità di grande rilievo del cinema e della cultura. Ci uniamo all'azione di protesta dei nostri rappresentanti del Partito Democratico nel Consiglio Comunale per il taglio ai fondi che l'amministrazione comunale dovrebbe invece mettere a disposizione per un vero evento di rilievo internazionale per la nostra città”, si legge nella nota stampa che prosegue: “Portanuova ha il vanto di custodire alcuni dei più prestigiosi luoghi di cultura della città, che spesso hanno anche ospitato i Premi Flaiano e altre importanti manifestazioni, ma che sono stati mortificati da questa amministrazione: il teatro D’Annunzio, dichiarato inagibile a marzo del 2024 e per il quale non sono ancora stati avviati i progetti di ristrutturazione e messa in sicurezza; il Mediamuseum, inaccessibile a causa di lavori iniziati nella prospiciente piazza Alessandrini nell’ottobre del 2023 e che si sarebbero dovuti concludere nel luglio 2024 ma ancora in corso; il teatro Michetti, di proprietà comunale, ancora chiuso nonostante una prima ristrutturazione avviata nel 2016 e completato nel 2021”. Infine e’ intenzione del nostro circolo costruire un dossier sul ritardo nei lavori e sullo stato di abbandono dei beni museali e culturali nella nostra città e in particolar modo a Portanuova”.
Citando Ennio Flaiano "L'arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi".