Pescara in sovraccarico di potenza

I biancazzurri non brillano contro la Vis Pesaro in una buia serata d'autunno

Pescara in sovraccarico di potenza

Sappiate che commentare una partita di calcio provando a mitizzare un deludente 0-0 è più semplice di quanto si possa pensare. Per lo meno in condizioni normali. Diventa difficile, se non impossibile, se lo spirito cede davanti alle negative emozioni della prima serata autunnale dell'anno, tutte incentrate su motivi che sono lontanissimi dal pareggio dello stadio Adriatico tra Pescara e Vis Pesaro. L'emozione che, come in questo caso può anche essere negativa, ti strangola e ti priva di lucidità, ti toglie l'entusiasmo e ti spegne quella scintilla che, solitamente, ti rischiara l'orizzonte senza bruciarti. Se penso oggi a una scintilla non la vedo come un elemento positivo, tutt'altro, e mi rimanda a quanto accaduto a Bruxelles prima della partita Belgio-Svezia: una bocca di fuoco, uno scintillante kalashnikov nelle mani sbagliate si appropria delle vite di (almeno) 2 tifosi svedesi, arrivati nella sempre difficile capitale belga solo per sostenere la loro Nazionale. Si tratta di terrorismo. La notizia rimbalza e rende cupa una serata che nella provincia medio adriatica già non sembrava esaltante. Sì perché il Pescara ha le polveri bagnate e l'unica arma letale inceppata questa sera è quella biancazzurra, purtroppo. Merola e Cuppone sembrano non farcela più dopo un inizio brillante di campionato e avrebbero bisogno di tirare il fiato dopo aver tirato... la carretta dell'inizio di stagione. Anche mister Zeman sembra più opaco e non riesce a forzare il bunker marchigiano che difende il proprio territorio e la propria porta con 8 uomini: oltre al portiere, 5 in linea e 2 centrocampisti prestati costantemente alla distruzione del gioco avversario quasi sempre nella trincea della propria area di rigore. Uno spettacolo non da notte degli Oscar, ma molto efficace. Contro la solida testuggine pesarese servirebbe quella famosa scintilla che cambia il verso alla partita, ma nella buia notte abruzzese neanche l'estro degli astri nascenti biancazzurri può illuminare la strada che porta alla vittoria. Il Pescara oggi è una squadra che spegne la luce come un salvavita che scatta per sovraccarico di potenza: ha la possibilità di distruggere l'avversario sfruttando tutta la sua potenzialità, ma tra leziosismi e mancanza di concretezza ci si ritrova all'improvviso con la levetta su OFF e le luci di emergenza ON. A questo punto la boyband biancazzurra deve sforzarsi per ritrovare uno stoppino, una miccetta o almeno una pietra focaia per provare a riaccendere quell'entusiasmo che oggi, però, nel momento storico che stiamo vivendo, mi sembra anche giusto e normale che non ci sia.