“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Parlamento al fotofinish
Al Senato in (micro)vantaggio il centrodestra, alla Camera il Centosinistra. Berlusconi e Grillo i vincitori "morali"
PARLAMENTO ITALIANO AL FOTOFINISH. Il 25% degli italiani "aventi diritto" non sono andati a votare: cioè il partito degli astensionisti è aumentato del 6% rispetto alle politiche del 2008. Il resto, il 75% degli oltre 47 milioni di elettori che ci hanno creduto, si sono divisi in maniera pressochè identica. Alla Camera dei Deputati circa il 32% ha scelto la coalizione con Bersani premier, più o meno il 30% invece ha preferito di puntare sulla coalizione trascinata da Silvio Berlusconi, poco più del 23% gli italiani che hanno messo il segno "X" sul Movimento 5 Stelle e solo il 9% ha puntato sul professore Mario Monti. Pressochè non pervenuti il magistrato Antonio Ingroia e l'economista Oscar Giannini che non hanno superato la soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale, meglio nota come "Porcellum, fissata al 8%. Dunque saranno i primi quattro partiti a dividersi la torta dei 630 rappresentanti della nuova Camera dei Deputati. La domanda che si pongono tutti, dati alla mano, è: che cosa succederà dato che al Senato non c'è una maggioranza di nessun tipo?
LA SITUAZIONE DEL SENATO. Al Senato della Repubblica, come è noto, la partita è su base regionale. Berlusconi - dare a Cesare quel che è di Cesare - ha confermato la sua enorme capacità di convincere gli italiani riuscendo a superare il centrosinistra in moltissime regioni italiane (vedi l'Abruzzo). Gli sconfitti, senza dubbio, sono Pierluigi Bersani che pochi mesi fa era praticamente sicuro della vittoria così come è uscito con le ossa rotto il professor Monti. Tradotto in seggi significa che gli inquilini di "Palazzo Madama" saranno in maggioranza, seppur lievissima, di centrodestra (circa 115/125), seguiti dagli eletti della coalizione Pd+Sel+Cd (circa 110-115), dai "grillini" (una sessantina) e i "montisti" (meno di 20). Ricordiamo che il "numero fatidico" per governare avere è il 158: una quota di senatori che nessuno al momento possiede. Dunque, l'incertezza più totale per non parlare di caos o nuove elezioni ovvero - peggio del peggio - un governo d'unità nazionale.
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