Non combattere mai la Fed

In finanza vale sempre il detto americano "Don't fight the Fed"

Non combattere mai la Fed

DON’T FIGHT THE FED. Non andare mai contro la Fed dice un famoso detto americano. Parte la stagionalità delle trimestrali in America ma non fanno notizia e passano in secondo piano. Ormai è chiaro, il market mover dei prossimi mesi  è la Fed e le sue scelte riguardanti  l’exit strategy. La scorsa settimana il presidente della Banca  Centrale Bernanke  ha fatto un passo indietro e nelle minute ha ribadito in maniera “accentuata” che il piano di acquisto di titoli continuerà ( 85 miliardi di dollari al mese ). Rimarcando inoltre, che  i dati su economia e occupazione rimangono deboli, e che la Federal Reserve rimarrà orientata a mantenere i tassi prossimi allo zero per un tempo considerevole. Sembra che metà dei membri del Fomc ( il braccio operativo della Fed ) ritiene opportuno iniziare a ridurre gli acquisti di titoli entro fine anno mentre solo un paio sono quelli che vorrebbero porre termine al  QE  fin da subito. Saranno fondamentali le parole usate da Bernanke nelle prossime settimane; anzi già subito, questa settimana, quando si presenterà in senato. Quello che dirà e come verrà detto. E’ bastato quindi poco a far di nuovo reagire positivamente i mercati, basta vedere la reazione intraday il 10 luglio (­ giorno delle minute ) su  equity, gold e treasury americani.

 

 

 

I tassi sono scesi e il dollaro si è di nuovo deprezzato, il dollar index è sceso, il cambio euro dollaro è salito di quattro figure in poche ore! Come dicevo nell’articolo del 10 luglio, mi sembrava alquanto esagerata la reazione dei mercati alle parole di Bernanke nell’ultima riunione della Fed di giugno. Eccessiva la correzione che si era avuta in maniera generalizzata su tutte le asset class e sui tassi americani; tassi al rialzo, che in maniera ribadisco esagerata, scontavano già una ripresa dell’economia particolarmente positiva e consolidata. Il QE quindi continua, si continua a stampare moneta e ancora nuova liquidità viene immessa nel mercato; il malato (l’economia reale) continua ad essere drogato. Continuerà, fino a quando, ma soprattutto servirà? Per ora quindi “ buy on dips ” …le correzioni vanno comprate. L’indice americano SP500, vero benchmark delle borse mondiali, è sempre impostato al rialzo e il trend di lungo termine rimane positivo.

Andrea Iacone

Consulente finanziario

 

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