«Mai vista polizia così forte»

Racket della prostituzione: disinnescata una potente banda. Non esitavano ad uccidere le lucciole "rivali"

«Mai vista polizia così forte»

RACKET DELLA PROSTITUZIONE. ARRESTI PER TENTATO OMICIDIO. La Squadra Mobile di Pescara, al termine di una complicata indagine sul mondo del racket della prostituzione, ha messo fine ad una pericolosa organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di giovanissime ragazze romene. il clan, composta da due fratelli più un complice e la donna di uno dei capi, aveva messo in piedi un fiorente "giro" nel mercato del sesso locale, lungo il lungomare di Pescara nella zona Nord della città. Temendo la concorrenza e non volendo perdere il dominio sul territorio, la banda non aveva esitato a spedire le "capre" - così venivano chiamate le ragazze sfruttate, come è emerso da un'intercettazione telefonica - contro le "rivali" colpevoli di aver occupato "abusivamente" un tratto di lungomare. Le indagini e gli arresti di ieri sono, appunto, il frutto di un fatto di sangue avvenuto la notte del 27 maggio del 2012, in via Solferino, sul lungomare nord di Pescara. 

IL PESTAGGIO DELLE PROSTITUTE. "RIVALI". La sera del 27 maggio 2012, tre giovanissime prostitute romene decisero che era il momento di regolare la situazione. Di far capire, una volta per tutte, che quel "succulento" tratto di strada, nella zona Nord di Pescara, era di loro proprietà. Così all’altezza di via Solferino hanno affrontato le “rivali” - due prostitute connazionali - che avevano osato fare concorrenza su quel tratto di lungomare. M.C.C., romena, 22 anni, e E.G., 24 anni, quella sera, non potevani immaginare quello che le sarebbe capitato. Come tre "furie", armate di bastoni e coltelli, le tre prostitute hanno cominciato a colpirle violentemente. Nel corso della colluttazione la 22enne è stata colpita da una coltellata al torace in seguito della quale è stata ricoverata in prognosi riservata in ospedale e sottoposta d’urgenza ad intervento chirurgico. La compagna di strada, invece, se l'è cavata meglio: solo lesioni guaribili in 5 giorni.

FERMATE LE AUTRICI DEL PESTAGGIO. A seguito di quel barbaro pestaggio la polizia di Pescara ha arrestato in flagranza di reato le tre autrici: D. I. V., 20 anni, romena,  L.A.P.,  21 anni, romena, e M.I.C., 21 anni romena. Non avevano avuto il tempo di dileguarsi. Gli agenti della Mobile hanno anche rinvenuto in un giardino di via Solferino un coltello a scatto. Quella stessa notte gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Pescara hanno comiciato ad indagare nel mondo prostituzione per capire chi ci fosse dietro quel barbaro pestaggio. A seguito di un'articolata attività d’indagine, coordinata da Pierfrancesco Muriana, si è fatta luce sui mandanti della spedizione punitiva, nonchè si è svelata l’esistenza di un sodalizio criminale che ta tempo gestiva a Pescara gestiva il traffico di esseri umani da avviare al "marciapiede". Nella giornata di ieri i poliziotti della Squadra Mobile hanno fatto scattare il blitz, eseguendo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. dr. Gianluca Sarandrea, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica che ha coordinato le indagini, dr.ssa Barbara Del Bono.

GLI ARRESTATI E LE ACCUSE. Sono finiti in carcere: Nicolae Sorin Arbanas, nato in Romania il 01.12.1988 e residente a Genova di fatto senza fissa dimora; Iulian Alexandru Langa, nato in Romania il 18.03.1986, di fatto domiciliato in Pescara; Petrica Cosmin Langa, nato in Romania il 21.03.1988, di fatto domiciliato in Pescara; Julianna Klaudia Marton, nata in Romania il 20.02.1988, ivi residente, di fatto domiciliata in Pescara. I primi tre sono indiziati di essere i mandanti del tentato omicidio della 22enne M.C.C., materialmente commesso dalle tre donne arrestate in flagranza, ma di fatto commissionato loro dai rispettivi “protettori”. Come è emerso dalle indagini, quella sera, erano presenti nei pressi della scena del crimine. Mentre l’Arbanas ed i fratelli Langa sono accusati di sfruttamento della prostituzione. Anche la Marton, seppur estranea alla spedizione punitiva del maggio scorso, è ritenuta essere sfruttata e sfruttatrice. Era legata ad un connazionale a sua volta collegato agli arrestati e destinatario anch’egli della medesima ordinanza di custodia e, allo stesso tempo, sfruttatrice in concorso con quest’ultimo di altre quattro ragazze rumene.

L'INTERCETTAZIONE E LA SPARIZIONE. Emblematico, in tal senso, è il colorito sfogo a cui uno degli arrestati, da tempo sotto controllo, si era lasciato andare con la madre. Al telefono aveva commentato l’arresto delle tre prostitute rammaricandosi del fatto che avrebbe voluto comperarsi un’autovettura da 13mila euro e che per colpa della polizia la cosa, che sembrava ormai fatta, era sfumata. Allo stesso tempo, temendo che le tre ragazze potessero collaborare con la giustizia, aveva deciso di “scomparire” per un po’ in attesa che le acque si calmassero. Stesso discorso degli altri elementi coinvolti nel giro. Uno dei tre era rientrato in Romania, mentre altri si erano trasferiti da familiari a Milano. Uno degli arrestati, quando era latitante, al telefono con un amico si era vantato di essere sfuggito. « .. e le forze dell'ordine ... io ho girato molto fratello ma forze dell'ordine come qui non ho mai visto in tutta la mia vita! ... in tutta la mia vita! … la più forte Polizia! …Mai vista una polizia così forte come questa!», aveva detto al telefono poco prima di essere arrestato.

L'ATTIVITA' DI RECLUTAMENTO. Nonostante sapessero di essere ricercati l'organizzazione non aveva smesso di cercare nuove ragazze da avviare in "strada". Il termine usato per indicare le ragazze era "capre". 

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