Ma cos'è questa crisi?

Il "caso" Serraiocco insidia la tenuta della maggioranza. Mascia: «Nessun problema con l'Udc»

Ma cos'è questa crisi?

E' SOLO UN MALESSERE. Luigi "Il (quasi) delocalizzatore" Mascia è stato molto chiaro al riguardo: ma quale crisi, anzi «ma cos'è questa crisi», come recitava una vecchia canzone. L'Udc non ha creato nessun problema nel centrodestra in consiglio comunale, tanto che, secondo il sindaco Mascia, a Pescara non esiste alcun "caso" (come amano dire loro, mettendo rigorosamente la parola tra virgolette). E' solo «un malessere», facilmente risolvibile: prova ne è il fatto che già nei giorni scorsi il primo cittadino aveva convocato per il prossimo 8 gennaio un tavolo politico con tutte le forze in seno alla maggioranza.

PIGNOLI: «E IO LI SFIDUCIO». In realtà il "caso" c'è eccome. Perchè l'Udc, ritirando i propri consiglieri dall'assise civica, ha praticamente messo in minoranza l'attuale amministrazione; se n'è accorto il capogruppo di Fli, Massimiliano Pignoli, che molto probabilmente non aspettava altro avendo un pò il dente avvelenato con questa giunta. Pignoli ha annunciato che, quanto prima, proporrà una mozione di sfiducia nei confronti di Mascia e soci, in quanto attualmente la maggioranza sarebbe sotto di un voto e non avrebbe, di conseguenza, i numeri per governare. Il tempo stringe e c'è poco da scherzare: di questo è assolutamente convinto il coordinatore provinciale del Pdl Lorenzo Sospiri, che ha invitato il sindaco ad anticipare la riunione con gli alleati (e con l'Unione di Centro) per discutere immediatamente del problema e cercare di far rientrare l'allarme. Insomma, non bisogna indugiare.

VIA SERRAIOCCO? Il "nodo", prima delle questioni relative alla Pescara Parcheggi e altre storie, sembra essere ancora una volta quello della spartizione delle poltrone. L'assessore Vincenzo Serraiocco, infatti, non viene più ritenuto "rappresentativo" dell'Udc, e di conseguenza va rimosso; poichè Mascia non ha ancora provveduto a farlo, il partito dei casiniani (o casinisti?) ha reagito in maniera piccata sbattendo la porta. Ma lo strappo, conoscendo questa maggioranza, è assolutamente ricucibile: nessuno ha voglia di tornarsene a casa prima della scadenza naturale del mandato (2014), e quindi si andrà sicuramente verso l'ennesimo rimpasto di giunta. Abbiamo francamente perso il conto di quanti assessori siano stati cambiati nel giro di 3 anni e mezzo, ma tanto già sappiamo che il rinnovamento, al solito, ci verrà motivato come «un necessario turnover che conferma la volontà dei consiglieri di non restare attaccati alla poltrona». Giusto. D'altronde, da quella poltrona si fa sempre in tempo ad alzarsi per "minacciare" i propri colleghi di maggioranza. Meglio ancora se durante l'assemblea comunale.



Federico Di Sante