Ma che ne vogliamo fare della Grande Pescara?

Il consigliere comunale Testa (Ncd) ci offre lo spunto per fare alcune riflessioni sull'asse Pescara-L'Aquila in riferimento al cosiddetto "Dalfonsandrini"

Ma che ne vogliamo fare della Grande Pescara?

MA 'STA GRANDE PESCARA LA VOLETE FARE SI' O NO? Non ci sono solo Carlo Costantini e Alessio Di Carlo, in quanto rappresentanti della "Nuova Pescara" e della "Grande Pescara" (a proposito, qualcuno può spiegarci - se esiste - la differenza tra queste due espressioni?), a premere sul governatore D'Alfonso affinchè si decida a deliberare la fusione tra i Comuni di Pescara, Spoltore e Montesilvano. No, la questione sta diventando, politicamente parlando, sempre più grossa, e non necessariamente a livello "adriatico", ma regionale. Viene infatti coinvolto addirittura il capoluogo, cioè L'Aquila.

A "TESTA" BASSA. E' il consigliere comunale del Ncd Guerino Testa a offrirci lo spunto per fare alcune riflessioni sull'asse Pescara-L'Aquila in riferimento al cosiddetto "Dalfonsandrini". Perchè qui non si tratta solo di parlare di un nuovo Comune che, in base al recente referendum, andrebbe creato perchè la maggior parte dei cittadini si è espressa favorevolmente. La realtà è un po' più complessa. Da un lato abbiamo appunto "Dalfonsandrini", come è stato ironicamente definito quel "mostro a due teste" che ha il corpo di Marco Alessandrini ma la testa di Luciano D'Alfonso (tradotto: a Pescara le decisioni le prende il Faraone, non certo l'attuale sindaco). Dall'altro lato c'è Massimo Cialente, primo cittadino dell'Aquila, che sull'attuale presidente della Regione sta riponendo grandissima fiducia. Si è capito subito, da quando - appena Big Luciano è stato proclamato vincitore delle ultime elezioni - il buon Max si è precipitato in piazza Salotto per festeggiare, parlando addirittura di una fratellanza tra Pescara e L'Aquila. E' chiaro che in quelle parole si potevano cogliere le grandi aspettative di Cialente nei confronti del neo governatore. Ecco come si spiega la legge per L'Aquila di cui si è parlato proprio in questi giorni. Si può dunque pensare a un D'Alfonso che dica sì a una Pescara più forte, a scapito - indirettamente - dell'Aquila? Ovviamente no.

LA NOTA DI GUERINO. Testa oggi ha diramato un comunicato in cui, sostanzialmente, mette nero su bianco questo ragionamento: "E’ ora - dice Guerino - che il sindaco e l’amministrazione di Pescara si schierino apertamente, uscendo dall’ipocrisia e superando le ambiguità. Dicano con chiarezza se stanno dalla parte del 71% dei pescaresi che hanno detto "sì" alla fusione e se intendono battersi perché la volontà degli elettori venga rispettata. Certo, è possibile che il Comune stia dalla parte di chi si è sempre opposto e continua anche oggi ad opporsi alla crescita e allo sviluppo di Pescara (D'Alfonso, ndr) e vuole, di conseguenza, affossare il progetto di fusione, ma va detto ai cittadini. Sul risultato del referendum il Partito Democratico sta dimostrando di essere "democratico" solo a parole e forse non se la sente di richiamare l'attenzione del presidente Luciano D’Alfonso, molto impegnato a favore dell’Aquila, addirittura con la promessa di una legge per garantire finanziamenti ad hoc, e assente su Pescara. Noi non ci stiamo, anche perché i pescaresi non hanno chiesto investimenti straordinari di fondi pubblici ma chiedono di rivedere l'esistente per beneficiare dei risparmi derivanti dalla riorganizzazione".

Giulio Bertocciani