Leggi fondamentali della stupidità

Carlo M. Cipolla professore emerito di storia economica a Berkeley: "Ognuno di noi sottovaluta il numero degli stupidi in circolazione"

Leggi fondamentali della stupidità

Come me chissà quanti, restandone poi sconcertati, hanno avuto modo di leggere le famose "Leggi fondamentali della stupidità" di Carlo M. Cipolla professore emerito di storia economica a Berkeley, secondo cui

1) Gli stupidi danneggiano sempre l'intera società;

2) Gli stupidi al potere fanno sempre più danno degli altri;

3) Gli stupidi democratici usano le elezioni per mantenere alta la percentuale di stupidi al potere:

4) Gli stupidi sono più pericolosi dei banditi perché le persone ragionevoli possono capire la logica dei banditi;

5) I ragionevoli sono vulnerabili dagli stupidi perché: 

  - sono sorpresi dall'attacco;

 - non riescono ad organizzare una difesa razionale perché l'attacco non ha alcuna struttura razionale.

L'argomento mi sembrava per così dire seducente per le cose che Cipolla diceva e a cui generalmente non si pensa. Per esempio che sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli stupidi in circolazione. O ancora che le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. Particolarmente interessante è poi la considerazione che la stupidità è la stessa in ambo i sessi (o in tutti i sessi a seconda di come si considerano).Sentendomi coinvolto in prima persona, ho frugato qua e là nel web imbattendomi in questa citazione  di incerta paternità (forse di Philippe Geluck)  che poi ho postato per testare cosa ne pensassero gli amici di FB. Essa dice "Quando sei morto non sai di esserlo, è difficile solo per gli altri. Lo stesso quando sei stupido". Allora siccome cominciavo ad essere inquieto e a preoccuparmi, ho insistito nella scabrosa ricerca e alla fine  mi ero tranquillizzato perché ho trovato un aforisma di Oscar Wilde che diceva:" Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio e io vivo nel terrore di non essere frainteso ". E siccome nessuno mi capisce pensavo (mal me ne incolse), che sicuramente non sono un ottuso. Però gli amici, quando l'hanno letta su FB, contrariamente a quanto avessi potuto immaginare, mi hanno preso sul serio e non mi hanno frainteso e così, togliendomi ogni dubbio, mi hanno gettato nello sconforto più totale. 

Clemente Manzo