Le disavventure di un ecologista per caso

Tutto è cominciato quando, dopo vari tentativi di dimagrire con le diete vegetariane, ho dovuto drammaticamente arrendermi all'evidenza quando la bilancia impietosamente indicava 90 kg di peso

Le disavventure di un ecologista per caso

LE DISAVVENTURE DI UN ECOLOGISTA PER CASO. Tutto è cominciato quando, dopo vari tentativi di dimagrire con le diete vegetariane, ho dovuto drammaticamente arrendermi all'evidenza quando la bilancia impietosamente indicava 90 kg di peso. Anche l'indice di massa corporea, calcolato e ricalcolato più volte, dava come risultato 26, un valore al limite dell'obesità. Dietro suggerimento del mio medico per perdere peso e ridurre la pressione sanguigna e, contemporaneamente, non abbandonare la via maestra di una salutare alimentazione vegetariana, ho inforcato la bici nel tentativo di smaltire le calorie di troppo accumulate prevalentemente nella zona addominale sotto forma di grasso. Non è una comune bici,però, ma una con pedalata assistita, perché solo con l'aiutino, riesco a scalare quella maledetta salita, che a me sembra il Pordoi, che porta a casa. Non avevo però considerato la prostata che quando viene schiacciata sulla sella, scusate il bisticcio di parole, "protesta". Dopo il fallimento della bici, mi sono dato all'agricoltura ecologica e ho cominciato a coltivare ortaggi e legumi senza l'utilizzo di fertilizzanti sintetici e diserbanti in modo da non inquinare la falda acquifera. Con tutta lena ho cominciato a zappare, affascinato dall'idea di produrre con le mie sole forze un cibo sano e privo di proteine e grassi animali senza deturpare l'ambiente e nello stesso tempo ridurre di peso. Così, mentre la prostata non ha avuto nulla da ridire sulla salutare attività contadina all'aperto, non altrettanto si può dire della schiena che si è irrigidita opponendosi fieramente alla zappa. Una volta bloccata la mia attività agreste per forza maggiore, cioè,per l'irrigidimento della schiena e della punta d'ernia che nel frattempo mi è spuntata, altissime erbacce di ogni tipo hanno preso il sopravvento sulle rape, sui cavoli e sulle bietole divorate da lumache tanto fameliche quanto ecologiche.

UNA CAPRA AL POSTO DEL RADO ERBA. Amici ecologisti e ambientalisti, per evitare poi che la gramigna e le altre piante infestanti, dopo aver distrutto l'orto, invadessero il prato di casa, mi hanno suggerito di procurarmi un rado erba naturale cioè una capra. "Una capra non ha bisogno di essere accudita", dicevano,"si nutre di erbacce di ogni genere e restituisce alla terra ciò di cui si è cibata. E' Il massimo per un ambientalista come te". Ma tra il dire ed il fare, come dice il proverbio, "ci passa il mare perché Beatrice, questo il nome dato all'animale cornuto, ha messo in crisi il rapporto familiare. Infatti la ruminante di tutto si ciba tranne che delle erbacce. Dispettosa appunto come una capra, era ghiotta, anziché di gramigna e cardi selvatici, di rose, narcisi, petunie ecc. che mia moglie coltivava con tanto amore e che ora non ci sono più . Quando poi, l'animale, dopo aver eliminato ogni traccia floreale dal giardino, ha cominciato a "potare" l'ulivo davanti casa a modo suo, cioè mangiandone tutte le foglie dopo essersi arrampicato sui rami dell'albero, mia moglie era diventata furente e aveva preso accordi col vicino per eliminarla fisicamente in vista anche delle feste natalizie. E così, per la pace familiare, son dovuto tornare al più tradizionale rado erba per falciare il prato e impedire a Beatrice di occuparsi del giardino. Tuttavia non avevo ancora rinunciato all'idea di dimagrire in modo ecologico. Alla chetichella ho quindi abbassato il riscaldamento di casa perché, pare che portando la temperatura dell'abitazione sotto i 17 gradi il metabolismo aumenta per elevare la temperatura corporea a 37 gradi bruciando così il grasso in eccesso. Una volta scoperto, ho cercato di spiegare ai miei che, abbassando di un solo grado la temperatura negli uffici, nei locali e nelle abitazioni, tutti ne avremmo guadagnato e l'effetto serra sarebbe diminuito. Ma non c'è stato verso! La necessità di abbassare il riscaldamento in casa, robusta tesi, sostenuta da eminenti ecologisti, delle conseguenze sul clima del riscaldamento della terra, non ha incontrato favori in casa mia dove mia moglie e la vegetariana di mia figlia, mi hanno accusato di essere un ipocrita taccagno interessato non già al futuro della terra, ma solamente alla bolletta del gas. E così per porre fine alle risse domestiche, ho dovuto abbandonare l'idea di contribuire, per la mia parte, alla salvezza del pianeta. Ecco perché la capra non è più nel giardino, ma nel recinto delle galline che allevavo non a scopo alimentare ma per la produzione di uova. Dico allevavo perché i pennuti non ci sono più essendo stati divorati da una famelica volpe. Dopo tutte queste vicende negative, la mia fede ecologista ha cominciato a vacillare e ora mi chiedo: " in base a quale principio la volpe, con la scusa che è un animale predatore, può sfamarsi con le mie galline ed io no con la capra? Ebbene lo confesso comincio a sentirmi un predatore come la volpe, come il mio gatto ed il mio cane che in più occasioni ha cercato di azzannare Beatrice.

C.M.