Lavitola 'padrone' d'Abruzzo

Il questore Colucci gli propose il ruolo di Commissario per la Ricostruzione dell’Aquila: "Meglio del 'rammollito' Chiodi"

Lavitola 'padrone' d'Abruzzo

E’ stata pubblicata stamattina da “La Repubblica” una conversazione telefonica tra l’on. Francesco Colucci, deputato PDL, che ricopre il ruolo di questore della Camera dal 2006, ed il “faccendiere” Valter Lavitola. Nel corso della telefonata, intercettata dalla Procura di Pescara nel novembre del 2009, l’on. Colucci, già assunto alle cronache abruzzesi per la sua "vicinanza" con il sen. Aracu, propone infatti all'ambiguo sodale del Presidente del Consiglio, di farsi nominare Commissario per la Ricostruzione dell’Aquila.

COMMISSARIO INVECE DI SOTTOSEGRETARIO

E’ da sottolineare che, nello stesso periodo, come si evince da altre telefonate pubblicate da “La Repubblica”, Lavitola ambiva invece ad un "succoso" posto da sottosegretario nel Governo, attraverso pesanti sponsorizzazioni, tra cui quella del Segretario di Stato Vaticano Bertone. Ma, al contrario, il suo progetto veniva ostacolato dalle resistenze di una parte dei "berluscones" (Letta e Ghedini, in primis). Si decidevano così, nei meandri del peggior sottobosco della politica degli intrighi e delle poltrone,  i destini e le sorti di una città ancora pesantemente segnata dal terribile terremoto che l’aveva devastata solo pochi mesi prima. Una tragedia che alcuni, troppi, hanno da subito considerato una irripetibile opportunità da utilizzare per fare affari d'oro.

SARESTI IL PADRONE DELL'ABRUZZO

Nel corso della telefonata, il questore cerca quindi di convincere il direttore de “L’Avanti” ad “accontentarsi” della carica di Commissario per la Ricostruzione dell’Aquila, evidenziandogli proprio gli infiniti vantaggi personali e politici che lo stesso avrebbe potuto ricavare da quella carica. Prospetta a Lavitola la possibilità di diventare il “padrone dell’Abruzzo”, “il punto di riferimento dell'Abruzzo che va ogni giorno sui giornali", cosa che gli avrebbe permesso, tra l'altro, di acquisire una enorme visibilità e di arrivare, così, “ai sette cieli” tanto anelati dal faccendiere. Allo stesso tempo, però, l'on. Colucci gli consiglia di rimanere alla larga da un possibile incarico da Commissario della Protezione Civile al posto del dimissionario Bertolaso, “non a caso ho detto L’Aquila”, per evitare di mettersi “dentro un merdaio, dai rifiuti alle madonne”.

CHIODI "INUTILE" E "RAMMOLLITO"

In chiusura di telefonata, poi, il questore esprime giudizi poco lusinghieri sul suo compagno di partito, nonché Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, sostenendo che sarebbe “inutile” come Commissario, poiché è “un rammollito, uno che non ha entusiasmo nelle cose, vedi come sta amministrando 'sta Regione, per fare una norma ci mette dieci anni”.

Ma probabilmente il questore non riuscì a convincere l'ambizioso faccendiere, in effetti apparso poco propenso, durante la conversazione, a cambiare i suoi obiettivi, visto che fu proprio Chiodi ad essere effettivamente nominato Commissario per la Ricostruzione dell’Aquila.

 

IL TESTO INTEGRALE DELLA TELEFONATA DA REPUBBLICA.IT

 (17 novembre 2009)

Segretaria Colucci: "Posso passarle il questore". 
L. "Agli ordini".
C. "Tu gli ordini li ricevi solo da una persona che poi ti incula sempre. Bertolaso si è dimesso e beh, dico, con le tue inventive, le tue capacità, il tuo entusiasmo, le tue esperienze non potresti fare il commissario a L'Aquila?". 
L. "Ma no, l'Aquila a me...".
C. "Ma lì è una cosa seria, e lì che rilanci, se uno sa fare come sai fare tu, ti rilanci e vai ai sette cieli".
L. "Commissario solo all'Aquila o alla Protezione civile?".
C. "No all'Aquila, alla Protezione civile no, perché ti metteresti dentro un merdaio, dai rifiuti alle madonne eccetera che è meglio stare alla larga, non a caso ho detto all'Aquila. Sai che significa, che tu saresti padrone dell'Abruzzo". 
L. "Glielo posso dire... ".
C. "Perché adesso è inutile che mette Chiodi. Chiodi non farà un cazzo, perché Chiodi è un rammollito, è uno che non ha entusiasmo nelle cose, vedi come sta amministrando 'sta Regione, per fare una norma ci mette dieci anni. Ma tu diventi il punto di riferimento dell'Abruzzo che va ogni giorno sui giornali". 

 

                                                                                                    Gianfranco De Fanis