La deriva razzista e xenofoba della Lega: il caso Kyenge

Dalle offese di Calderoli l'aggressione leghista contro lo jus soli e "colei che vuole favorire la negritudine"

La deriva razzista e xenofoba della Lega: il caso Kyenge

LA DERIVA RAZZISTA E XENOFOBA DELLA LEGA. Pochi hanno notato che la Lega Nord ultimamente ha accentuato ancor più i toni razzisti e xenofobi i quali, presumibilmente, saranno il leit motiv alle prossime elezioni europee, con in aggiunta una buona dose di espressioni violente ai limiti della intimidazione vera e propria. Bersaglio del Carroccio è, manco a dirlo, Cecile Kyenge e sin da quando ha giurato fedeltà alla repubblica davanti a Napolitano 9 mesi fa. Non è per il colore della sua pelle, sostiene Maroni, che viene criticata, ma per le sue idee che contrastano con quelle del Carroccio. La Kyenge, viene continuamente ingiuriata benché poco o nulla  sia riuscita a far legiferare in tema di integrazione. Tant'è che a contrastare decisamente la Bossi-Fini, non è stata quell'unica ministra di colore che l'Italia abbia mai avuto, il cui compito istituzionale sarebbe quello di contrastare ogni genere di discriminazione, a partire da quella razziale. Ci saremmo aspettati di vederla battere risolutamente i pugni sul tavolo del consiglio dei ministri per ottenere, minacciando eventualmente le dimissioni da ministra, la cancellazione dell'odiosa legge e far chiudere i famigerati centri, eufemisticamente definiti d'accoglienza. Purtroppo però il vice ministro del governo di cui fa parte, quello delle "ristrette intese", è quel tal Alfano che, a suo tempo, B. imperante, votò insieme al Pdl per il reato di clandestinità. Tanto che Salvini stesso lo ha ammesso dichiarando che: "Kyenge non ha prodotto un fico secco". Oggi coloro che chiedono risolutamente la cancellazione della legge che, oltre che liberticida è anche demenziale per la sua inapplicabilità, sono Renzi ed il M5S, reduce quest'ultimo, da una consultazione on-line dei suoi iscritti che hanno messo in minoranza, per la prima volta, il duo Grillo-Casaleggio sulla Bossi-Fini. Dunque come non giudicare razziste e xenofobe le continue aggressioni che la ministra, cittadina italiana di origini congolesi, un giorno sì e l'altro pure subisce dai vari Salvini, Borghezio,Maroni e dallo "statista", autore del "porcellum", Calderoli che candidamente ha  dichiarato che la Kyenge gli ricorda un "orango"? Tante sono le ingiurie che Cecile ha ricevuto che addirittura è stato pubblicato un libro in merito, per cui noi ci limitiamo a menzionare l'offesa più vergognosa fattale da un consigliere della Lega, per giunta donna
anche lei, Dolores Valandro, che senza il minimo senso del pudore si è chiesta perché "non la stuprano?". Quello che maggiormente dovrebbe preoccupare i partiti che fanno della tolleranza e dell'accoglienza la loro bandiera, è l'escalation della deriva razzista del Carroccio, che dalle ingiurie sta passando alle minacce e alle intimidazioni per finire chissà dove.

L'AGGRESSIONE LEGHISTA ALLA KYENGE CHE "VUOLE FAVORIRE LA NEGRITUDINE". Tutto è cominciato sabato scorso quando esponenti della Lega e di Fratelli d'Italia hanno contestato duramente la ministra, tanto che le forze dell'ordine sono state costrette ad intervenire. Addirittura, la Padania l'organo del Carroccio, pubblica giornalmente in una rubrica dal titolo "Qui Kyenge", l'agenda di Cecile con i suoi appuntamenti. Il giornale non poteva dichiararlo espressamente per ovvi motivi di carattere penale, ma sta di fatto che la rubrica ha tutta l'aria di essere un invito ai "celoduristi" di andare a scatenare gazzarre nei luoghi dove Cecile terrà incontri pubblici. Esponenti del Pd, a partire dallo stesso Renzi, si stanno rendendo conto, sia
pure con ritardo, del pericolo montante del razzismo che la Lega sta cavalcando, tanto da indurre il neo segretario del Pd a dichiarare che farà approvare la legge che introduce lo "jus soli" nel nostro ordinamento. Il fatto che Salvini abbia incontrato a Strasburgo, la razzista, Marine Le Pen per concordare una strategia comune in vista delle europee, la dice lunga sull'affinità ideologica tra la Lega e la leader del Fronte Nationel francese. Pare che i due abbiano stipulato un patto di ferro contro "Un'Europa pronta a farci morire d'immigrazione". Bisogna prendere atto che la Lega, in buona compagnia con Fratelli d'Italia, Forza nuova, casa Pound e parte di F.I.
diventano sempre più un pericolo per la stabilità democratica del nostro paese. La politica, però, sembra distratta da altri problemi come la legge elettorale, la stabilità, la ripresa "che si vede in fondo al tunnel" ecc. ecc. Sarebbe invece il caso che meditasse sulle parole della Kyenge che lucidamente ha detto : "La politica si deve alzare tutta per condannare, altrimenti il razzismo diventa un'arma pericolosa perché uccide la democrazia", per affrontare seriamente il problema del razzismo con atti concreti.

Clemente Manzo