L'ombra del piromane sull'incendio ai Ripari di Giobbe

Area regionale "protetta" forse bruciata dall'uomo. Ambientalisti all'attacco: «Comune di Ortona ha la responsabilità»

L'ombra del piromane sull'incendio ai Ripari di Giobbe

L'OMBRA DEL PIROMANE DIETRO L'INCENDIO CHE HA DISTRUTTO I RIPARI DI GIOBBE.Continuano le polemiche sull'incendio che ha devastato i Ripari di Giobbe, un'area che da cinque anni è diventata Riserva della Regione Abruzzo, istituita con la L.R n.5 del 2007. A puntare il dito contro la mala gestio della cosa pubblica, oltre ad alimentare il sospetto che dietro il disastro ci sia la mano dell'uomo, sono gli ambientalisti del Wwf della Zona Frentana e Costa Teatina. «La Riserva Regionale Ripari Di Giobbe - spiega Ines Palena - è in buona parte andata in fumo, il vento che spirava da sud verso nord ha evitato che venissero coinvolte abitazioni e attività turistiche, anche se alcune di queste sono state lambite dalle fiamme. Dopo anni di abbandono, la piccola riserva di 28 ettari, scompare tra le fiamme, la splendida macchia mediterranea è andata in fumo, nonostante il tempismo e la bravura dei vigili del fuoco, arrivati con mezzi a terra, un elicottero e due Canadair. Se l'origine è dolosa - aggiunge - lo sapremo presto, anche se sembra un copione già scritto, non è la prima volta infatti che aree costiere di pregio prendono fuoco, qui sulla costa dei trabocchi, come se i cittadini non avessero più il diritto di poter disporre di angoli pieni di incanto».

RESPONSABILITA' DEL COMUNE DI ORTONA? La gestione della Riserva, così dice la legge regionale, è affidata al Comune di Ortona. «A distanza di sei anni dall’istituzione dell’area protetta - sottolinea Palena - il Comune di Ortona non ancora provvede a nominare l’organo di gestione della Riserva, la relativa composizione, nonché le forme ed i modi attraverso cui si attuerà la gestione della Riserva stessa. Il Comune di Ortona doveva predisporre anche il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) dell’area ma neppure di tale documento se ne vede traccia. Inoltre - aggiunge - avrebbe dovuto indicare le misure di previsione e prevenzione degli incendi nella riserva regionale, ai sensi della "Legge Quadro in materia di incendi boschivi" n°353/2000, nell'ambito del piano di prevenzione regionale degli incendi. Se si fosse concretizzata la gestione dell’area protetta con i relativi piani di gestione e prevenzione forse si sarebbe potuto impedire il propagarsi dell’incendio».

 

Redazione Independent