Io so. Ma non ho le prove

Spoltore. Avviso di selezione per l'assunzione a tempo determinato per "Responsabile Ufficio Stampa"

Io so. Ma non ho le prove

SPOLTORE, PASOLINI E L'UFFICIO STAMPA. Abbiamo deciso di prendere libera ispirazione dalle parole del poeta, giornalista, regista, attore e scrittore Pier Paolo Pasolini per descrivere quello che è solo un "segno dei tempi". Il 14 settembre del 1974 sulle colonne del Corriere della Sera, quando il quotidiano di via Solverino era quello che era, uscì uno "Scritto Corsaro", immenso, dal titolo profetico e dal contenuto apocalittico.

DI COSA PARLIAMO. Soltanto le prime righe di questi versi, celeberrimi e che invitiamo a leggere integralmente, mettono imbarazzo per la profondità e la lungimiranza di quello che è accaduto e che succederà nei secoli a venire. «Io so. Ma non ho le prove», scriveva il poeta-giornalista-regista-scrittore PPP. «Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace... ». Parole che non hanno bisogno di commenti ma che devono essere tenute ben salde nella memoria, se solo si vuole avere un minimo atteggiamento critico verso ogni situazione. 

UNA VICENDA COME TANTE. Che cosa c'entri il maggiore artista ed intellettuale italiano del XX secolo in una microscopica vicenda, il piccolissimo Comune a Nord-Ovest della provincia di Pescara, nella regione Abruzzo, polmone verde dell'Europa, Spoltore, quasi 20mila anime molto notturne e poco diurne, è presto detto. Il 28 novembre del 2012 viene pubblicato, nell'albo pretorio del Comune di Spoltore, un bando pubblico per l'assunzione di N.1 collaboratore a tempo parziale per 18 ore settimanali col profilo professionale di "Responsabile Ufficio Stampa". La scadenza per presentare le domande è fissata all'8 dicembre del 2012. Per partecipare, naturalmente, bisogna possedere i requisiti tipici del "caso": Cittadinanza italiana ovvero la cittadinanza di uno degli stati membri dell’unione europea; Godimento dei diritti civili e politici; Idoneità fisica all’impiego e alle mansioni proprie della funzione da ricoprire; Non essere stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione; Non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso, ovvero le eventuali condanne riportate e i procedimenti penali pendenti a proprio carico; Iscrizione all’albo nazionale dei giornalisti; Essere in possesso del diploma di laurea. E, fin qui, quasi tutto bene. In effetti, sono un pò pochini solo 11 giorni, compreso quello di pubblicazione dell'avviso, per partecipare a quello che rappresenta oggi il "sogno" di qualsiasi giornlista precario abruzzese ed italiano?

IL "CRITERIO" DELL'INTUITU PERSONAE. Se, poi, si passa alla lettura dei criteri di selezione del futuro "Responsabile dell'Ufficio Stampa" allora c'è spazio per riflessioni e discussioni. L'Art.4 del pubblico avviso così recita: "La domanda e il curriculum saranno esaminati direttamente dal Sindaco. L’incarico verrà conferito intuitu personae, previa valutazione del curriculum". E, infine, la chiosa: "Il Sindaco si riserva il diritto di non procedere alla assunzione, ove ritenga che nessuno dei candidati abbia le caratteristiche indispensabili per assolvere all’incarico fiduciario di cui si tratta". E, il significato di questa espressione è presto detto. Incarico fiduciario, o Intuitu personae, da tradurre con l'italiano avuto riguardo alla persona, è soltanto una locuzione che la legge consente e che permette di nominare nel proprio "staff" - anche, quindi, in quello della comunicazione - una figura professionale di fiducia. Come succede nel privato quando hai bisogno di un meccanico o un avvocato, di un commercialista oppure di un medico, anche l'Ente pubblico (in questo caso il Comune di Spoltore) può nominare, e pagare con i soldi di tutti i cittadini, una persona di fiducia del sindaco attraverso il criterio dell'intuitu personae.

L'ILLUSIONE DELLA MERITOCRAZIA. E, si faccia attenzione: fiducia (intuitu personae) non significa necessariamente merito. Va detto che ignoro il nome di chi parteciperà alla selezione e chi risulterà vincitore di questa ghiotta "occasione" di lavoro. Che si chiami Sara, Giovanni, Francesco oppure Priscilla. Che sia uomo o donna, omosessuale, eterosessuale, di destra o sinistra. Non è questo il punto. Non ce l'ho con loro. Anzi sono felice che un collega precario possa avere un miglioramento della propria condizione professionale ed umana. Ma quello che dispiace è l'illusione della meritocrazia (e lo svilimento della professione). Sempre più spesso chi occupa un incarico pubblico, perchè eletto dai cittadini sulla base del solito programma fatto di paroloni roboanti (Tipo: "Bisogna restituire dignità al paese" oppure "Meritocrazia al potere"), si comporta esattamente all'opposto di quello che ha promesso. Ma quale dignità? Quale meritocrazia? Il "mestiere" (di giornalista) è sacro e necessario. E' la stessa Costituzione Italiana che tutela la libertà di espressione (Art.21) e la dignità professionale (Art.1). Così, se anche negli Enti pubblici, come succede nel privato (nei giornali), verranno assunti coloro che hanno "santi in paradiso" - e non stiamo parlando solo di Addetti Stampo - al posto di quelli che "sputano sangue", dal tramonto all'alba, allora non c'è speranza. Nè dignità. Ma a pagarne le conseguenze saremo tutti. Che cosa c'entra Pasolini? Il poeta c'entra sempre e diceva «Alle mie spalle nessuna autorevolezza se non quella che mi proviene dal non averla voluta; dall'essermi messo in condizione di non avere niente da perdere, e quindi di non essere fedele a nessun patto che non sia quello con il lettore». Tanta roba.

Marco Beef