Il risanamento della Sanità regionale pagato da chi lavora

Sindacati minacciano lo sciopero in risposta alle parole dell'assessore Verì che ha annunciato che non saranno riconosciute le integrazioni al contratto di lavoro per il disequilibrio finanziario

Il risanamento della Sanità regionale pagato da chi lavora

"Finalmente apprendiamo dall’Assessore Verì (e di questo ringraziamo gli organi di stampa) della certezza del taglio degli 11 Milioni di Euro a scapito dei salari degli operatori e operatrici sanitarie. Il Governo regionale afferma che si è trattato di mero adempimento legislativo, in quanto non ci sarebbe l’equilibrio di bilancio. Peccato che lo stesso Governo regionale abbia decantato Urbi et Orbi il rispetto degli equilibri di bilancio tanto da avere la parifica della Corte dei conti al rendiconto di gestione 2024. Peccato che nell’atto di parifica, poi, ci sia scritto che la spesa del personale è ..in linea con i vincoli di contenimento dei costi del personale”. In pratica il costo del personale sanitario è uno dei pochi parametri che rispetta i vincoli normativi di contenimento della spesa sanitaria". Queste le parole contenute in una nota congiunta da parte del sindacato della CGIL. "E’ lapalissiano, allora, che non si tratta di mero adempimento ma di precisa scelta politica che, ancora una volta, è stata rivolta a depredare il livello salariale di lavoratrici e lavoratori della sanità. Una scelta che avesse, almeno, salvato dai tagli ai servizi essenziali alle ASL (da ultimo il servizio di supporto alla ASL 1 e il Servizio di facchinaggio alla ASL 2) ai dipendenti deiquali va la piena solidarietà della Funzione Pubblica. Il giudizio di parifica - aggiungono - mette nuovamente in evidenza dove si concentra la vera spesa nella Sanità, che è la mobilita passiva. Dei 113.064.242€ che costituisce il debito certificato 2024 al netto dell’utile derivante dalla GS, 106 M€uro sono dovuti al saldo della mobilità. Tale gap non si riduce solo facendo accordi di confine che, nella pratica, consistono nel non riconoscere alcune prestazioni effettuate nelle regioni limitrofe, ma attraverso la qualità del SSR, della quale gli operatori sanitari dovrebbero essere il fulcro. La scelta politica operata, invece, è stata diversa, fare cassa sugli OSS, Tecnici, Infermieri, Medici e personale amministrativo delle ASL, senza ritenere di, almeno, informare le OO.SS. che li rappresentano", concludono quelli del Fp Cgil che metteranno in campo tutte le iniziative utili a tutela del salario di chi lavora.