Il musicista teatino Pellegrini è in carcere perchè coltivava marijuana per la sua terapia

L'onorevole Gianni Melilla chiede al Ministro Orlando di intervenire. Intanto resta inapplicata la legge regionale approvata nel 2014

Il musicista teatino Pellegrini è in carcere perchè coltivava marijuana per la sua terapia

LA VICENDA UMANA DI FABRIZIO PELLEGRINI E LA LEGGE ABRUZZESE INAPPLICATA SULLE TERAPIE ALTERNATIVE. La vicenda umana di Fabrizio Pellegrini, il 47enne teatino, diplomato al Conservatorio di Chieti, ora in carcere nel capoluogo teatino per una serie di condanne relative al possesso di piante di marijuana che servivano per la cura della sua fibromialgia, una malattia autoimmune rara che procura dolori atroci alle giunture delle ossa, sta facendo parecchio rumore. Dopo l'articolo di Roberto Saviano , che sul suo blog ne ha parlato per sottolineare la battaglia in favore della legalizzazione della cannabis, anche il deputato di Sinistra Ecologia e Libertà Gianni Melilla ha deciso di muoversi. Il politico pescarese è andato a Madonna del Freddo, dove il giovane è detenuto, per incontrarlo. "Sono ormai 50 giorni che Fabrizio è detenuto e non ha accesso a nessun tipo di cura palliativa: questa situazione rischia di compromettere l'articolazione del braccio e della mano che gli consentono di lavorare dato che è un pianista ed un insegnante di musica. Pellegrini si cura con medicinali a base di cannabinoidi - spiega Melilla - perché sono l'unico rimedio efficace per la sua patologia in quanto non può assumere medicinali a base di oppiacei per intolleranza. Chiedo al ministro della Giustizia Andrea Orlando di intervenire con urgenza. Non si può aspettare oltre. La situazione di Pellegrini, ma anche di molti altri malati, va risolta".

LA CAMPAGNA DEL PARTITO RADICALE. Anche il Partito Radicale ha lanciato un appello e una campagna "Una firma e un digiuno per Fabrizio Pellegrini e per tutte le vittime del proibizionismo" per sensibilizzare l'opinione pubblica sul caso del 47enne musicista abruzzese, che è anche allergico ai farmaci cortisonici ed antidolorifici per cui, dato che in carcere è vietata la sommistrzione di terapie alterative, nonostante una legge regionale approvata nel 2014 "Metodologia e somministrazione di farmaci a base di cannabinoidi", è in gravi condizioni di salute. Ai digiunatori radicali si sono aggiunti anche il segretario di Possibile Pippo Civati, che sulla vicenda di Pellegrini ha anche presentato un'interrogazione parlamentare, Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani del Senato e di A Buon Diritto, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, Leonardo Fiorentini, tesoriere della Società della Ragione, e il cantante reggae Zakalicius. A lanciare il digiuno, dirigenti e militanti radicali che hanno aderito all'iniziativa nonviolenta di Andrea Trisciuoglio, segretario dell'associazione LaPiantiAmo e malato di sclerosi multipla, il quale a sostegno di Fabrizio Pellegrini ha deciso di sospendere la propria terapia a base di cannabinoidi, e dei radicali foggiani dell'Associazione Mariateresa Di Lascia.

IL NOSTRO PUNTO DI VISTA.Attraverso le parole del (sub)direttore Marco Manzo presentiamo la nostra posizione in merito agli argomenti sopra citati. "Gettare sofferenza - ha spiegato su facebook l'editore di AbruzzoIndependent.it - su chi è già sconvolto dalla malattia è un crimine abominevole di cui è colpevole la nostra politica. Conosco moltissimi casi insopportabili simili a quello del musicista teatino affetto da fibromialgia. Gente perbenissimo è costantemente costretta al mercato della droga, dunque anche al rischio dell'arresto, perchè non può accedere alle cure a base di cannabinoidi che, tanto per fare un esempio a casaccio, la nostra Regione Abruzzo dovrebbe erogare gratuitamente, anche a domicilio, per legge. Intanto il BEDROLITE da 50,75 GRAMMI, che se riesci a trovare un medico che ti prescrive la ricetta presso l'unica farmacia galenica d'Abruzzo, costa circa 125 euro: cioè nemmeno un mese di terapia il malato di autismo, sclerosi multipla, epilessia, tumori, neuropatie degenerative, sempre per fare degli esempi a casaccio, intolleranti ai farmaci cortisonici e agli antidolorifici. Ecco, senza allargare ulteriormente questa piaga e ribadisco che tutto ciò è profondamente ingiusto, è ora che ciascuno di noi si impegni per dare una risposta dignitosa Adesso".

Redazione Independent