Il Pil dell’Abruzzo doppia le regioni del Sud

Dal rapporto Svimez arrivano buone notizie per l’economia: nel 2023 il prodotto interno lordo crescerà fino allo 0,9%

Il Pil dell’Abruzzo doppia le regioni del Sud

Dal rapporto dello SVIMEZ sullo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, presentato martedì 5 dicembre, arrivano notizie positive sull’economia abruzzese. Secondo l’Associazione il PIL abruzzese nel corso del 2023 crescerà dello 0,9%, più del doppio di quello del meridione che si attesta sullo 0,4%, superiore anche al PIL della media nazionale stimato al 0,7%, e perfino a quello del Centro Nord dello 0,8%. Il Rapporto pur evidenziando stime positive per l’economia abruzzese, ha messo in risalto che tuttavia la crescita non ha portato alla riduzione delle disuguaglianze. Nel Sud del paese il numero di poveri risulta in crescita a causa del lavoro povero cioè di coloro che, pur avendo un lavoro, a causa dei bassi salari finiscono nell’area della povertà. In Abruzzo, secondo il rapporto SVIMEZ, rimangono anche livelli preoccupanti riguardo all’offerta degli asili nido, che penalizza principalmente l’occupazione femminile e l’offerta dei servizi sanitari. Per lo SVIMEZ i divari di cittadinanza andrebbero colmati soprattutto con i fondi del PNRR. Per quanto riguarda i servizi della prima infanzia la raccomandazione del Consiglio europeoagli Stati membri è quella di garantire entro il 2030 ad almeno il 45% minori di tre anni i servizi per la prima infanzia. Con l’attuale importo e ripartizione delle risorse del PNRR il target del 45% è raggiungibile solo dall’Abruzzo, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, e Molise e mancherebbero ancora 134.000 posti per una spesa totale di 2,6 miliardi. La disamina dello SVIMEZ si concentra poi sul problema della ZES UNICA, voluta dal Governo Meloni, e che avrà l’avvio il prossimo primo gennaio. Secondo SVIMEZ la ZES UNICA rischia di produrre effetti limitati se non sarà pienamente integrata nelle politiche industriali nazionali e regionali. La ZES UNICA, è l’unificazione delle otto ZESgià esistenti nelle regioni del Sud Italia e cioè l’ Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la  Campania, il Molise, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna. In quest’area geografica le imprese che già vi operano e quelle che decidono di insediarvisi, secondo l’ipotesi governativa, dovrebbero beneficiare di particolari condizioni economiche.