Ikea, Acerbo e i raccomandati

"CASO IKEA" E RACCOMANDAZIONI - Pochi giorni fa l'azienda svedese Ikea, in apertura nel Comune di San Giovanni Teatino, è stata costretta a dichiarare - pubblicamente sul proprio sito - di non poterne più di segnalazioni e richieste di raccomandazioni da parte di politici nostrani. Che l'apertura del colosse svedese fosse diventata una questione fondamentale lo sospettavamo da tempo. La crisi morde l'Abruzzo e sopratutto i giovani che - stando alle statistiche - quasi uno su due non lavora. Allora si capisce facilmente che  duecento posti in ballo, su 30.446 domande spedite, sono diventate una questione di vita o di morte.

ACERBO VUOLE I NOMI - «Quelli dell'Ikea - ha scritto Maurizio Acerbo - sono dei veri ingrati. I politicanti locali gli hanno consentito di spianare una collina e di piazzarsi accanto al casello dell'autostrada realizzando un ecomostro che completa lo scempio urbanistico che caratterizza l'intera area metropolitana». Il consigliere regionale di Rifondazione comunista non è nemmeno troppo convinto dei metodi meritocratici della ditta e non sa se sia vero che siano state rifiutate le segnalazioni dei politici locali. «L'area Chieti - Pescara ha la più alta densità di grande distribuzione d'Europa proprio perchè i politici hanno dato mano libera in cambio della gestione delle assunzioni che garantivano sicuri successi elettorali. Il vero scandalo è alla luce del sole e l'Ikea è solo l'ultimo episodio», ha affermato Acerbo
 
LAVORATORI PRECARI? -  Il consigliere regionale si è soffermato dulla questione occupazionale. «Da quel che mi risulta l'Ikea - ha aggiunto - assumerà qualche centinaio di precari. Se davvero vuole dimostrare di essere aliena dalle pratiche clientelari, invece di fare qualunquismo Ikea renda pubblici i nomi di chi fa le raccomandazioni. Chi sono e a quale partito appartengono i politicanti che hanno fatto pressioni?»

Redazione Independent