I soliti moralismi "demodè"

Una pubblicità scandalosa? Che lo è ancora di più se il partner è la Regione Abruzzo. Sclocco vs. Carpineta

I soliti moralismi "demodè"

I SOLITI MORALISMI - Ci risiamo. In Abruzzo qualcuno torna a stracciarsi le vesti, e stavolta per una pubblicità "scandalosa". Che è ancora più "scandalosa" se si considera che il partner è un'istituzione quale la Regione Abruzzo. Oggetto del contendere è una prorompente donna bionda che, con indosso solo un bikini, allarga le braccia e reclina la testa indietro. Tutto questo su uno sfondo che recita: "La diamo a tutti... l'Adsl, dove non c'è". Il problema non è tanto quello di considerare tale pubblicità offensiva o meno nei confronti della donna, quanto di chiedersi se non sia di cattivo gusto che un'azienda ricorra a simili mezzucci di stampo allusivo-sessuale per attirare l'attenzione. A noi questa pubblicità ha ricordato quella - altrettanto contestata - di qualche tempo fa, che recitava "Montami a costo zero" per reclamizzare un impianto fotovoltaico. Insomma, più che una questione di "rispetto", è una questione di buon senso. Ma torniamo a "La diamo a tutti". Apriti cielo: Marinella Sclocco, consigliera regionale del Partito Democratico, è andata su tutte le furie e ha attaccato direttamente l'assessore regionale alle Pari Opportunità, Federica Carpineta.

COSI' PARLO' LA CARPINETA - «Ricordo benissimo, era il dicembre del 2010, quando l’assessore Carpineta vantava il primato in Italia per il corretto utilizzo delle immagini femminili nel campo della comunicazione - tuona Sclocco - Agli atti del Consiglio regionale c’è una risoluzione avente per oggetto 'Attuazione della risoluzione del parlamento europeo del 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini 2008/2038 (Ini)'. Tra i punti della risoluzione si legge: 'Ritenuto opportuno interessare il Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) quale Ente preposto allo svolgimento delle funzioni di governo, garanzia e controllo in tema di comunicazione, a vigilare affinché le emittenti radio-televisive aventi sede in Abruzzo seguano positivamente le indicazioni contenute nella citata risoluzione del Parlamento europeo, le quali, con l'approvazione della presente risoluzione, diventano linee guida anche per la Regione Abruzzo. Invita altresì il Comitato a stimolare le emittenti medesime a essere promotrici di un utilizzo delle immagini capace di concretizzare non solo un'effettiva parità uomo-donna ma anche una tutela piena della dignità della donna»Oggi, al contrario, la maggioranza non vigila sull’operato e sulla comunicazione di cui è partner”.

ANCHE FILIPPO DICE LA SUA - Dopo essere stato chiamato in causa, sull'argomento interviene anche il nostro giovane collega giornalista Filippo Lucci, oggi presidente del Corecom Abruzzo, che precisa: «Il Comitato regionale per le comunicazioni Abruzzo non ha alcuna competenza di vigilanza e controllo sulla cartellonistica pubblicitaria. Tuttavia, proprio in questi anni, ha realizzato dei progetti di comunicazione mirata e integrata, finalizzata a sensibilizzare sul piano qualitativo, in particolare, il sistema della comunicazione in generale. A tale riguardo - sottolinea ancora Lucci - il 15 giugno 2011 si è svolto un importante convegno sulle 'Donne in Tv tra stereotipi e pregiudizi' nel quale sono stati coinvolti nomi noti femminili del panorama dell'informazione e della politica regionale. Altre iniziative sono state intraprese affinché le stesse emittenti rispettassero i codici di autoregolamentazione. Preme ricordare che il coordinamento nazionale dei Corecom, inoltre, ha sostenuto l'iniziativa promossa da Gabriella Cims, che si è fatta promotrice della campagna 'Appello Donne e Media'. Il Corecom Abruzzo - conclude Filippo - offre la totale disponibilità al Consiglio regionale e all'intera comunità abruzzese affinché siano attivate iniziative mirate a tutelare l'immagine e la dignità della donna». Possibilmente senza i soliti (inutili) moralismi.



Federico Di Sante