“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
«Ero al Comando dei Vigili...»
You Reporter - Un lettore di Abruzzo Independent scrive una lettera e racconta uno spaccato di realtà quotidiana
UN LETTORE CI SCRIVE - Riceviamo e pubblichiamo una lettera da un lettore di Abruzzo Independent. «Cara Redazione volevo riportarvi una mia piccola esperienza. In data 22/03 mi sono recato presso il comando dei Vigili Urbani di Pescara per ritirare in nome di mio padre un contrassegno per disabili. Gli orari di ufficio presupponevano l’apertura dello sportello per le due di pomeriggio. Arrivato alle due e un quarto il custode mi annuncia che l’ufficio avrebbe aperto in ritardo in quanto la titolare dello sportello aveva richiesto un’ora di permesso. Chiedere un permesso mi pare cosa lecita cosi’ come mi pare ovvio che comunque lo sportello debba aprire in orario con un sostituto. Esco quindi a prendere un caffè e torno dopo un pò trovando posto su una sedia nell’atrio del comando. Dopo pochi minuti assisto a questa scena: un impiegato, usando il saliscendi per disabili entra pedalando dentro la stazione ed i corridoi fino a raggiungere in bici (mountain bike grigia) il suo ufficio come se fosse una normale strada cittadina. Poco dopo la mia attenzione viene attirata da un ufficiale che fumando nell’atrio della stazione (le forze di polizia municipale non dovrebbero essere preposte anche a far rispettare le norme antifumo nei locali pubblici?) inizia ad usare un linguaggio poco urbano infarcito di oscenità e bestemmie davvero avvilente per un pubblico ufficiale. Non mi ritengo un bacchettone ma parlo di un ufficiale che sta semplicemente impartendo degli ordini a dei sottoposti senza nessun tipo di pressione esterna o urgenza, quindi davvero non colgo la necessità di usare un linguaggio del genere in un ufficio aperto al pubblico. Finalmente alle tre e un quarto, dopo un’ora di attesa, l’usciere mi annuncia che lo sportello è finalmente aperto. Sorpresa, trovo che alla scrivania la vigilessa in presunto permesso è la stessa notata parecchio tempo prima in giro per i corridoi a chiacchierare ed uscire per prendere un caffè con I colleghi. A mio padre, invalido, era stato annunciato che il contrassegno sarebbe stato rilasciato per il giorno in cui mi sono recato negli uffici. Dopo un’ora di attesa ed il conseguente spettacolo derivato, mi è stato riferito che il permesso non era pronto e che sarei dovuto tornare quattro giorni dopo. Questo è solo un piccolo spaccato di un giorno qualunque nella centrale dei Vigili Urbani del comune di Pescara… ».
Giuseppe Di Silvestro
Nota di Redazione
Ricordiamo che la sezione "you reporter" è un luogo deposto a raccontare le vicende dei cittadini che vogliono denunciare fatti e circostanze di cui sono stati testimoni. Qualora il Comando dei Vigli volesse replicare a quanto detto dal sig. Giuseppe Di Silvestro saremmo lieti di ospitare la replica.