Droga e smartphone ad un detenuto, nei guai agente penitenziario

L’uomo, risultato assuntore di cocaina, é stato sospeso dal servizio presso l’istituto di pena di San Donato per un anno. I fatti scoperti dalla Squadra Mobile di Pescara

Droga e smartphone ad un detenuto, nei guai agente penitenziario

E’ una vicenda molto brutta, quella che andiamo a raccontare, perché ci rivela alcune delle situazioni non infrequenti a verificarsi nelle carceri italiane. In questo caso siamo alla casa circondariale di Pescara, dove un agente penitenziario in servizio presso l’istituto è stato sospeso per un anno dal prestarvi servizio per ordine del Tribunale di Pescara. All’uomo, accusato di avere portato ad un detenuto droga (hashish e cocaina) e un cellulare, in cambio di soldi e modiche quantità di stupefacenti per uso personale, era stata chiesta la misura degli arresti domiciliari.

L’attività investigativa é nata da numerose segnalazioni pervenute sia al Direttore che al personale in servizio presso la locale Casa Circondariale.

All’esito dell’attività d’indagine svolta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile, in stretta collaborazione con il personale della Polizia Penitenziaria di Pescara,  il P.M. titolare Dr.ssa Anna Benigni, ha richiesto a carico dell’indagato, la misura cautelare degli arresti domiciliari; il GIP del Tribunale di Pescara, ritenendo che la misura interdittiva dalle proprie funzioni, potesse essere sufficiente per scongiurare la realizzazione di ulteriori condotte delittuose, ha applicato nei riguardi dell’Assistente Capo, la misura cautelare interdittiva del divieto di svolgere il pubblico servizio presso la Casa Circondariale di Pescara.

Questi i fatti accertati secondo gli investigatori: “Il predetto risulta indagato per i reati di cui agli artt. 319 e 357 c.p. compiendo atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, consistiti nel consegnare in un’occasione ad un detenuto uno smartphone, ricevendone la somma di 400 euro; in altra da una donna imparentata con un detenuto presso la Casa Circondariale di Pescara 200 grammi di hashish e 20 grammi di cocaina, consegnandoli poi all’interessato, riceveva come compenso 2,5 grammi di cocaina di cui l’Assistente Capo della Polizia Penitenziaria risulterebbe essere assuntore; in altra occasione sempre per gli stessi reati, compiendo atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, riceveva dalla stessa donna 196 di hashish e 18,8 di cocaina, consegnandoli successivamente al detenuto e ricevendo quale compenso 2 grammi di cocaina”.

L’Ordinanza è stata eseguita dal personale della Squadra Mobile nel pomeriggio del 16 marzo 2023.

"E' un dovere tutelare l'istituzione penitenziaria e le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Pescara alla luce della misura cautelare personale interdittiva a cui è stato sottoposto un Assistente Capo accusato di avere introdotto droga e telefonini nel carcere San Donato", Lo evidenzia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa Organizzazione dei Baschi Azzurri. "Nell'assoluta convinzione dei capisaldi giuridici della presunzione d'innocenza e del carattere personale della responsabilità penale, che vale per tutti, se gli indizi saranno confermati il responsabile che avrebbe favorito traffici illeciti ai detenuti subirà le giuste conseguenze sia sotto il profilo penale e disciplinare perchè ha tradito lo Stato e la fiducia di tutti i colleghi. La Polizia Penitenziaria è in prima linea per eliminare le mele marce".

"È inutile nascondere la grande amarezza che questo grave fatto ha determinato tra i colleghi di Pescara e dell'Abruzzo", conclude. "Ma il Corpo di Polizia penitenziaria è una Istituzione sana. E' del tutto evidente che rendersi responsabili di comportamenti che sono non solo contrari alla nostra etica professionale ma addirittura illegali perchè violano le norme penali è assolutamente ingiustificabile, tanto più se a porli in essere è chi svolge la delicata professione di poliziotto penitenziari