Di Matteo e la presidenza Aca nel Cv. Dimenticanza o censura?

Intervento di RC sulla trasparenza degli amministratori e del gruppo di potere Pd: «L'assessore regionale è stato incaricato fino a febbraio 2005»

Di Matteo e la presidenza Aca nel Cv. Dimenticanza o censura?

DONATO DI MATTEO CANCELLA DAL CV LA PRESIDENZA DELL’ACA. PERCHÉ? «Il curriculum del neo-assessore regionale Donato Di Matteo pubblicato sul sito della regione Abruzzo (http://www.regione.abruzzo.it/portale/docs/giunta/dimatteo.pdf) non riporta che il più votato tra i consiglieri PD in provincia di Pescara, tra le esperienze amministrative, è stato dal 1994 al febbraio 2005 - Vicepresidente e poi Presidente di Aca Spa (Azienda Comprensoriale Acquedottistica) gestore del Servizio Idrico Integrato dell’ex Ato 4. L’informazione, almeno in provincia di Pescara, è di dominio pubblico, in quando l’Aca è sempre stata un feudo di Donato Di Matteo. Infatti la notizia è pubblicata nel sito personale della campagna elettorale dell’assessore, alla voce curriculum (http://www.donatodimatteo.it/index.php/2014-04-29-09-17-02). Perché sul sito istituzionale della regione Abruzzo manca? Una dimenticanza o una censura?» A chiederselo è Corrado Di Sante, esponente del partito della Rifondazione Comunista.

Il medico di Roccamorice Donato Di Matteo, infatti, è stato presidente del gestore acquedottistico pubblico fino al febbraio 2005. L'azienda, come è noto, è finita più volte nell'ambito della critica politica per i conti in disordine e l'inefficienza della rete, un vero colabrodo che disperde acqua pubblica. Ma soprattutto per lo scandalo dei pozzi inquinati, a valle di Bussi, che abbeverarono per anni i rubinetti dell'area metropolitana. “L'acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole […] La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque”. Sono queste le conclusioni della relazione del 30 gennaio 2014 dell’Istituto Superiore di Sanità agli atti del processo per devastazione ambientale che si sta svolgendo a Chieti in merito alle discariche del polo chimico di Bussi.

«ACA e ATO - continua Di Sante - nei cui CDA sedevano i big del PD a cominciare da Donato Di Matteo e Giorgio D’Ambrosio erano a conoscenza dei fatti sin dal 2004, mentre i cittadini hanno dovuto attendere la scoperte delle discariche nel marzo 2007 e le denunce di Rifondazione, Abruzzo Social Forum e ambientalisti per la chiusura definitiva dei pozzi contaminati e per iniziare a conoscere la verità. La vicenda della distribuzione ai cittadini della Val Pescara di acqua contaminata, ancor prima delle responsabilità giudiziarie, chiama in causa la responsabilità politica del gruppo di potere interno al Partito Democratico che - conclude - per un decennio ha occupato le S.p.a. dell’acqua e che oggi è stato promosso in consiglio regionale. I cittadini abruzzesi, tutti, hanno il diritto di conoscere fino in fondo le “esperienze amministrative” pregresse della nuova giunta regionale alle dipendenze di Luciano D’Alfonso o no?»

Redazione Independent