“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Conviene investire sulle criptovalute? Quali oltre a Bitcoin?
Ethereum, Ripple, Iota, Litecoin sono solo alcune delle monete virtuali, decentralizzate e criptate: rappresentano una delle innovazioni finanziarie più rilevanti dell'ultimo decennio
CONVIENE INVESTIRESULLE CRIPTOVALUTE? QUALI OLTRE A BITCOIN? Le criptovalute, o valute digitali, sono una delle innovazioni finanziarie più rilevanti dell’ultimo decennio. Si tratta di una moneta digitale a cui è possibile accedere attraverso il pc. I sistemi centralizzati tradizionali coinvolgono degli intermediari che, molto spesso, influenzano il valore della valuta. Le istituzioni finanziarie, infatti, hanno il potere di determinare inflazione producendo moneta reale.
Le valute virtuali sono state pensate proprio per evitare tutto questo e, in quanto tali, sono altamente decentralizzate e svincolate dal controllo degli stessi governi e delle stesse istituzioni finanziarie - ecco perché in molti fanno ancora fatica ad accettarle.
Le criptovalute sono dunque monete virtuali, decentralizzate e criptate, che vengono trasferite tra pari, ossia tramite la tecnologia peer-to-peer (p2p) - una tecnologia in cui i nodi non sono gerarchizzati, bensì equivalenti.
Tutte le criptovalute hanno per definizione un’origine digitale e derivano dal mining, termine che proviene dal gold mining, ossia l’attività di estrazione dell’oro.
In questo processo, i computer tendono a risolvere complessi problemi matematici che in cambio generano monete digitali. Gli users possono anche scegliere di comprare criptovalute dai broker per poi inserirle o spenderle tramite portafogli digitali.
L’attività di mining è libera, il che significa che chiunque può produrre criptovalute, sempre secondo i limiti prestabiliti. Uno dei segreti che permettono di funzionare in modo tutto sommato semplice alle criptovalute sono appunto i registri distribuiti, o blockchain. La blockchain, letteralmente catena di blocchi, è come un registro contabile su cui vengono annotate tutte le transazioni che avvengono da un utente all’altro. Il registro è uguale su tutte le migliaia di computer che compongono la rete, ed ogni blocco è una pagina di questo registro: se andiamo su blockchain.info, possiamo vedere gli ultimi blocchi completati, aprirne uno, e vedere tutte le transazioni che sono avvenute. I computer che compongono la rete competono per “firmare” un blocco, che così sarà uguale per tutti, ed il computer vincitore di questa gara, vince 25 bitcoin alla chiusura del blocco.
La prima criptovaluta è stata Bitcoin, grazie ad un progetto di cryptocurrency concluso da Satoshi Nakamoto nel 2009. Da quando se ne cominciò a parlare nelle mailing list cypherpunk molti progetti di moneta virtuale sono nati. Uno era quello del cinese Wei Dai, che nel 1998 aveva proposto la b-money per favorire il commercio elettronico. Avversato da banche e governi, ogni successivo tentativo di “coniare” e usare moneta elettronica era fallito fino alla comparsa di Bitcoin. La rete Bitcoin che memorizza la produzione di tale moneta virtuale ha un limite dato dall’algoritmo di produzione del Bitcoin, 21 milioni di Bitcoin, un asintoto che si prevede raggiunto dopo l’anno 2100 se si mantiene l’attuale produzione di Bitcoin.
L’intero sistema monetario Bitcoin risiede in un database replicato in tutti i nodi della rete Bitcoin e questo semplice fatto rende superfluo l’intervento di un’autorità centrale.
Il grande successo ottenuto negli ultimi anni da Bitcoin ha spinto milioni di utenti a tentare la fortuna nel mondo delle criptovalute. Tant’è che, nel tempo, sono nate numerosissime criptovalute, alcune molto convenienti e remunerative. Ma quali sono?
ETHEREUM. Ethereum è basata sull’omonima piattaforma per smart contact ed è considerata come la più valida alternativa a Bitcoin. Molto probabilmente perché prova a differenziarsene in maniera più che sensibile. Insieme agli smart contract, Ethereum fa uso anche della Blockchain, ma le transazioni sono registrate solo a patto che siano rispettate alcune condizioni di fondo. Ciò consente di velocizzare lo scambio di valuta digitale tra due o più utenti, mantenendo inalterati i livelli di anonimato.
BITCOIN CASH. Questa criptovaluta nasce da una sorta di faida interna alla comunità di sviluppatori Bitcoin. Di fatto, l’infrastruttura e funzionalità sono le stesse dei Bitcoin: cambia solamente le modalità di registrazione delle transazioni nella blockchain, pensate per velocizzare le tempistiche di scambio e snellire la blockchain stessa.
RIPPLE. Ripple è apprezzata anche dalle istituzioni finanziarie di tutto il mondo. Questi sono spesso visti non tanto come l’alternativa al Bitcoin ma come suo successore. Alla base di questa valutazione due elementi: la possibilità di scambiare valuta senza alcun limite e il maggior livello di sicurezza e anonimato che i Ripple garantiscono rispetto ai Bitcoin.
IOTA. L’altcoin dell’Internet of Things. Come dice anche il nome, gli IOTA sono nati come “moneta di scambio” per transazioni anonime e senza costi tra dispositivi smart connessi alla Rete. La loro peculiarità, però, è un’altra: la loro infrastruttura è completamente differente rispetto a quella dei Bitcoin, a partire dal “pensionamento” della blockchain. Per registrare le transazioni sono utilizzati i cosiddetti grafi aciclici diretti, che rendono gli IOTA completamente scalabili e più “leggeri” rispetto ai Bitcoin.
LITECOIN. I Litecoin possono essere definiti come l’altcoin leggera per eccellenza. Come suggerisce anche il nome, nascono come versione lite dei Bitcoin, con i quali condividono gran parte dell’infrastruttura tecnologica. Unica grande differenza, i tempi necessari per completare le transazioni: secondo i loro creatori, appena un quarto rispetto a quanto richiesto dalla “madre” di tutte le criptovalute.
Ringraziamo la redazione di meteofinanza.com per tutte le informazioni fornite.
Redazione Independent
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