Citymoda. Chiesto giudizio

L'inchiesta sull concept store di Spoltore. I reati contestati a Ranghelli e Roselli: corruzione, falso e abuso

Citymoda. Chiesto giudizio

SPOLTORE. CHIESTO IL PROCESSO PER LA VICENDA CITY MODA. Dopo quasi due anni di indagini il pm del tribunale di Pescara, Gennaro Varone, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e nove gli indagati sulla presunta corruzione relativa alla costruzione del concept store "Citymoda" a Santa Teresa di Spoltore. Si tratta di un'inchiesta parallela della ben più nota "Cabina di Regia" - si discuterà dell'urbanistica spoltorese in udienza preliminare il prossimo 28 marzo - che ad agosto 20011 portò agli arresti domiciliari l'ex sindaco Franco Ranghelli e l'ex presidente del consiglio regionale, Marino Roselli, indagati anche in questo procedimento. Secondo la procura la struttura di proprietà dell'imprenditore pugliese Giancarlo Fiore venne fatta aprire, prima di natale, senza le dovute prescrizioni. Il fascicolo nelle mani del Pm, consegnato dalla Guardia Forestale di Pescara che ha seguito le indagini, parla di presunti favori e corruzione: un elenco di nominativi di persone da assumere, 5 mila euro versati da Fiore alla manifestazione "Spoltore Ensemble" e buoni sconto nei negozi di abbigliamento del centro commerciale. Intanto la proprietà del CityModa ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico un piano per la messa in cassa integrazione dei dipendenti del complesso abruzzese e molisano.

TUTTI GLI INDAGATI. Gli indagati: l'ex sindaco di Spoltore Franco Ranghelli; Giancarlo Fiore, proprietario del centro commerciale; Enrico Monaco, comandante della polizia municipale di Spoltore; Nico Lerri, consigliere comunale di Pescara; Fabrizio Bernardini, segretario della Provincia di Pescara e all'epoca dei fatti responsabile unico del procedimento Suap; e quattro tecnici Italo Agresta, Celso Ciavarelli, Giancarlo Scipione, Bruno Crocetta.

Marco le Boeuf