Cialente scrive a Barroso e Draghi: «Abbiamo bisogno del mutuo»

Il primo cittadino più famoso del mondo scrive ai massimi rappresentanti dell'Unione Europea e della BCE. Ma l'Europa ha già stanziato 496 milioni di euro

Cialente scrive a Barroso e Draghi: «Abbiamo bisogno del mutuo»

RICOSTRUZIONE. CIALENTE SCRIVE ALLA BCE ED ALL'UNIONE EUROPEA. Il sindaco più famoso del mondo Massimo Cialente ama la penna. Anche durante questo secondo mandato alla guida di L'Aquila, capoluogo d'Abruzzo tristemente noto per il terribile disastro del 6 aprile 2009, lo ha fatto spesso e sempre con un solo, unico obiettivo: trovare i soldi per ricostruire la città di L'Aquila, oltre 70.000 abitanti, quarta città universitaria d’Italia e seconda città d’Italia per numero di edifici storici vincolati dal Ministero dei Beni Culturali. Quest'ultima missiva del sindaco "democrat" è indirizzata questa volta a Juan Manuel Barroso, presidente dell'Unione Europea, ed al presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi e rigurda il problema, manco a dirlo, dei soldi.

IL PROBLEMA DEL MUTUO. Il sindaco rivogendosi ai massimi vertici dell'Unione Europea spiega anche la strada da seguire: cioè contrarre un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, che in Italia dispone di ingenti risorse, o con la BEI, o con un pool internazionale di banche, assicurando così la restituzione agli aquilani, all'Italia e all'Europa, di questo pezzo importante di territorio, una speranza di vita ed un progetto di vita ai giovani. Il problema però è che la Ue non permette di contrarre questo mutuo perché si sforerebbe il limite imposto dai vincoli di finanza pubblica.

CIALENTE: "SIAMO DAVANTI AD UNA CALAMITA' NATURALE". "Trovo ingiusto - spiega Cialente - e, lasciatemi dire, disumano, che nel caso di una calamità naturale, uno Stato membro non possa chiedere, attraverso l'applicazione di regole comunque concordate, la possibilità di fronteggiare una calamità ed un'emergenza che - come tale - non è dettata da scelte politiche o mancate riforme, o quel che si vuole, ma solo da una tragedia naturale. Credo sia ingiusto ed inspiegabile - aggiunge - che, per coloro che come me sono cresciuti nel sogno di un'Europa unita, l'Unione Europea, nel fissare regole anche ferree di bilancio, non riesca a porsi il problema della salvaguardia dei valori e diritti di base di ogni cittadino, come quello di poter vivere normalmente e serenamente nella propria terra. Per chi è nata questa Europa Unita a cui tutti abbiamo creduto, crediamo e vogliamo in futuro credere?. Non è assolutamente possibile che una regola di bilancio, un frutto di una burocrazia a volte senz'anima, possa essere più importante dell'uomo, del cittadino colpito da un dramma collettivo, del futuro di un insieme di abitanti dell'Europa Unita".

LA PROPOSTA. Il sindaco di L'Aquila ha chiuso la missiva chiedendo che l'Unione Europea valuti la possibilità di recepire, nella sede e nella forma che sarà ritenuta più idonea, con l'intervento del Governo Italiano, la mia proposta di sindaco e di cittadino europeo: “in caso di calamità naturale, riconosciuta come tale dall'Unione Europea e per la quale, quindi, sono stati concessi finanziamenti delfondo di solidarietà, lo Stato membro è autorizzato a intervenire, per
l'opera di ricostruzione, con finanziamenti pari al massimo 15 volte quanto finanziato con il fondo di solidarietà, senza che questo incida sul patto di stabilità. Lo Stato membro concorderà con l'Unione Europea il cronoprogramma degli interventi e quindi degli investimenti e trimestralmente rendiconterà l'utilizzo delle spese”

Redazione Independent