Chieti: ci sarà un'interrogazione sul manifesto strappato dal Pd?

Clima sempre più teso, in città, nella campagna elettorale per le imminenti comunali: il Movimento 5 Stelle attacca il Partito Democratico (che replica)

Chieti: ci sarà un'interrogazione sul manifesto strappato dal Pd?

IO SO CHI E' STATO MA NON LO DICO. Clima sempre più teso, a Chieti, nella campagna elettorale per le imminenti comunali. La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi ha annunciato di aver visto un attivista del Pd strappare un manifesto del M5S su viale Amendola, ma non ha specificato chi sarebbe il presunto responsabile di questo deplorevole gesto.

Stiamo parlando della stessa Sara che aveva promesso di farsi sentire dopo il presunto voto di scambio denunciato dal sindaco Umberto Di Primio, informato di una riunione allo Scalo in cui un candidato del Pd avrebbe convinto un noto commerciante a votare per Luigi Febo (aspirante sindaco nelle file dei Democrat) in cambio di un non meglio precisato vantaggio personale.

In quell'occasione Abruzzo Independent è stato bollato come sito "di denigrazione", accusato in sostanza di fare disinformazione. Luigi Colalongo, collaboratore della Marcozzi, aveva infatti scritto: "Questo sito, più che d'informazione, sembra essere diventato di denigrazione. Il M5S si propone di interessare la Procura e di portare la vicenda sul tavolo del consiglio regionale, vista la gravità delle affermazioni fatte dal sindaco uscente Umberto Di Primio, e la redazione di Abruzzo Independent usa toni sarcastici per descrivere l'azione dei 5 Stelle. Mah".

Ci chiediamo adesso, alla luce della scoperta del presunto strappatore di manifesti (che non viene indicato con chiarezza nonostante ci siano testimoni oculari): chi è che fa disinformazione? Tra l'altro lo stesso Febo ha risposto alla Marcozzi su Facebook con il seguente post: "Anche un mio manifesto 6x3 è stato rovinato nei giorni scorsi da qualcuno (!), ma penso sia meglio parlare di idee e progetti per Chieti e non pensare a sterili lamentele". Tanto più se le lamentele di cui sopra rimangono senza un nome e un cognome.

Il corriere teatino