Caccia: la stagione venatoria riapre tra le polemiche

La maggior parte degli italiani e’ contraria ma anche le associazioni animaliste chiedono modifiche urgenti alla Regione Abruzzo

Caccia: la stagione venatoria riapre tra le polemiche

I molteplici ricorsi delle Associazioni ambientaliste, anche negli anni scorsi, tutti vinti contro la Regione Abruzzo hanno costretto la Giunta Regionale a recepire alcune richieste nella stesura del Calendario Venatorio 2023-2024 da poco approvato. Assolutamente insoddisfatti si sono invece dichiaratiFedercaccia, Enalcaccia, Italcaccia e tutte le altre Associazioni di cacciatori secondo cui la caccia a molteplici specie sarebbe stata posticipata (al primo ottobre), mentre la chiusura risulterebbe anticipatadanneggiando l’esercizio della caccia. Tant’è che lo stesso Avvocato Alessandro Dioguardi, Presidentedella ATC (Ambito territoriale di Caccia) di Pescara, schierandosi dalla parte delle associazioni venatorie ha manifestato”ampia perplessità sulle scelte compiute dall’Ufficio Tecnico dell’Assessorato all’Agricoltura ( presieduto dal vice Presidente Imprudente n.d.r.). Scelte incomprensibilmente abdicative del potere discrezionale a fronte di un piano faunistico recentemente approvato, ed appiattite sul parere Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale n.d.r.) rispetto al quale sono maggiormente restrittive". E’ bene precisare che nell’organo direttivo dell’ATC di Pescara l’influenza dei 6 membri delle Associazioni venatorie, schierate contro le restrizioni previste nel Calendario Venatorio, è numericamente superiore ai 4 membri delle Associazioni ambientaliste. D'altra parte gli ambientalisti sottolineano che la pratica della cacciaè in via di estinzione in Italia con un calo di 200.000 doppiette in 10 anni. C'è poi da considerare i danniprovocati dai cacciatori oltre che all'ambiente anche alle varie specie animali tra cui quella degli umani: nella stagione venatoria del 2021/2022 in base ai dati ISTATci furono 54 feriti e 13 morti. Resta da capire, ma fino ad un certo punto, il mistero del perché in Italia ancora si pratichi questa attività, quando, secondo un sondaggio commissionato dal WWF del 2022, il 76% degli italiani è contro la caccia e vorrebbe vietarla su tutto il territorio nazionale.