Benvenuti nel caos

Berlusconi da "Porta a Porta" chiede il rinvio delle elezioni ma Napolitano è contrario «Al voto subito»

Benvenuti nel caos

CENTRODESTRA NEL CAOS. BERLUSCONI: «RINVIARE IL VOTO». Il Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri da Roma ha annunciato che la prima data utile per le elezioni politiche è il prossimo 17 oppure il 24 febbraio. Silvio Berlusconi dal salotto "amico" di Porta a Porta, probabilmente complice il momento caotico che sta vivendo il centrodestra, ha replicato che «sarebbe meglio rinviare la data delle elezioni». Ma l'ultima parola spetta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dal Quirinale ha fatto sapere che è «interesse del Paese non prodigarsi in un'estenuante campagna elettorale». Dunque, tradotto dal politichese, ciò può solo significare che le Camere verranno sciolte non appena sarà approvata la Legge di Stabilità, ex Legge Finanziaria, attesa per il prossimo 21 dicembre. Secondo la prassi la data delle elezioni andrà fissata entro un periodo che va da un minimo di 45 giorni, previsto dalla legge, de il massimo di 70 giorni stabilito dalla Costituzione. 

LISTE, SIMBOLI E CANDIDATI.  Ciò signifca che è più che probabile che si vada a votare per il rinnovo delle cariche Istituzionali, oltre che per i 630 parlamentari e 315 senatori del Parlamento italiano, il prossimo 24 febbraio. In questo caso la Costituzione stabilisce che un mese e mezzo prima della data delle elezione - quindi prima del 14 gennaio - dovranno essere depositati simboli, programmi e le coalizioni politiche. Mentre nei successivi dieci giorni l'elenco dei candidati. Un grosso problema, dunque, per chi ah le idee confuse, come il Popolo delle Libertà, alle prese con una profonda faida interna, condotta dagli ex Aenne (La Russa e Gasparri) oltre che dai giovani Meloni-Crosetto. Sono proprio questi ultimi due ad aver apertamente criticato l'ex Premier per aver prima indetto e poi ritirato le primarie del centrodestra, dando il via ad una successione che non c'è mai stata. Nel mirino anche la scelta di Berlusconi di ricandidarsi sempre che Monti non decida di accettare le sirene di Arcore. Tralasciamo, per il momento, l'argomentyo Lega Nord: l'accordo verrà sancito sulla base delle scelte sulla Regione Lombardia. 

PDL: CAPITOLO ABRUZZO. Se il panorama nazionale sembra quantomai fluido non è troppo diversa la situazione abruzzese. Persino il numero uno della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha preso le distanze dal suo ex mentore (Berlusconi) sostenendo (su facebook) che "la sua stagione si era conclusa". Per non parlare, poi, dell'esodo in atto dentro l'ex Casa delle Libertà. L'assessore regionale ai Trasporti Morra ha sbattuto la porta e se n'è andato con La Destra di Storace, mentre l'assessore Paolo Gatti, randagio più che mai, stenta a resistere al richiamo del Centro. Dello steso avviso anche Nicoletta Verì, ma pure il tridente (Sospiri, Di Stefano, Chiavaroli) sembrano decisi a mollare Berlusconi per approdare al movimento degli ex-Aenne. Ma le brutte notizie non finiscono qui. Stando agli ultimi sondaggi, infatti, il Pdl potrebbe piazzare al massimo un senatore e tre deputati: quindi, la domanda nasce spontanea, a chi toccherà il vertice nell'amatissimo "listino" blindato dal Porcellum? I nomi che circolano sono i soliti: Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano per il Senato, mentre il senatore Pastore ha annunciato che lascerà lo scranno. Alla Camera la lista è più lunga: c'è Sabatino Aracu, Maurizio Scelli, Carla Castellani, Paola Pelino, Marcello de Angelis e Giovanni Dell'Elce.

E I GIOVANI? «Il rilancio del Centrodestra credibile non passa solo attraverso la scelta del candidato premier, ma anche attraverso lo svolgimento delle primarie per la scelta dei parlamentari. E' l'unico modo per agevolare la partecipazione e le scelte degli elettori», spiega Antonio De Vincentiis presidente del movimento "Ricambio Generazionale", nonchè autore di un seguito programma televisivo di approfondimento politico. «In questo momento manca la novità - ha aggiunto De Vincentiis - un nome "nuovo", un personaggio fuori dalla nomenclatura partitica che sia garanzia di rinnovamento...se poi il candidato outsider fosse giovane ancor meglio». Come disse Schettino scendendo dal Concordia: vabbuò. Staremo a vedere.

Marco Beffe