Abruzzo: cresciuti i reati contro i minori

L'ultimo caso dei due ragazzi di Montesilvano di 18 e 17 anni arrestati per violenza sessuale su un bambino di 10 e' sconcertante

Abruzzo: cresciuti i reati contro i minori
 

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime sconcerto, indignazione e preoccupazione profonda per l’incremento allarmante dei reati contro minori registrato negli ultimi mesi in Abruzzo. Secondo i dati diffusi dall’Associazione Meter, nel solo anno 2024 sono stati segnalati 2.085.447 contenuti pedopornografici online, contro i 95.882 del 2014. Una crescita esponenziale del 2.076%, alimentata dal deep web, dall’intelligenza artificiale generativa, dai social media e da una crescente indifferenza collettiva.

Nel novembre 2024, le inchieste aperte per abusi su minori nella sola regione Abruzzo erano oltre 20; nel primo semestre del 2025 il numero è quasi raddoppiato, con un aumento di procedimenti che coinvolgono minorenni come autori, vittime e fruitori di contenuti di sfruttamento sessuale.

Tra i casi più sconvolgenti:

- l’arresto a Montesilvano di due ragazzi (17 e 18 anni) accusati di violenza sessuale aggravata su un bambino di 10 anni;
- l’individuazione di una rete criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione minorile a Chieti, smantellata grazie alla denuncia coraggiosa di una madre;
- episodi di scambio e produzione di video pedopornografici tra giovanissimi, anche di fronte a minori.

Il CNDDU si unisce al grido di allarme lanciato da don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, che denuncia l’anestesia morale del Paese:

«Nel 2025, parlare di pedofilia non è più “notiziabile”. Ma i bambini continuano ad essere filmati, venduti, torturati. E la società civile tace».

È inaccettabile. E non è più sostenibile.

Il CNDDU, sulla base dell’art. 3 e 34 della Costituzione e della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sollecita le Istituzioni scolastiche e governative ad adottare una strategia nazionale di prevenzione integrata con azioni coordinate tra scuola, giustizia, forze dell’ordine, sanità e terzo settore.

"Proponiamo: Introduzione obbligatoria di percorsi curriculari sull’educazione ai diritti, alla sessualità e alla legalità in tutte le scuole secondarie, ispirati alla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia. Istituzione di sportelli d’ascolto psicopedagogico permanenti in ogni Istituto scolastico, con figure professionali stabili. Formazione obbligatoria del personale docente su riconoscimento precoce di segnali di abuso e dinamiche predatorie digitali. Un Osservatorio Regionale per il monitoraggio dei reati contro i minori, con accesso ai dati e alle segnalazioni da parte delle scuole. Campagne mediatiche nazionali, coordinate dal Ministero dell’Istruzione e dal Garante per l’Infanzia, che restituiscano centralità al tema, oggi ridotto a tabù. La protezione dell’infanzia non può più essere affidata alla sensibilità individuale o all’eroismo isolato. Non possiamo tollerare che una regione come l’Abruzzo – definita “isola felice” – diventi teatro di un dramma sistemico che si preferisce ignorare. Non c’è cultura, progresso, Stato di diritto possibile, se non garantiamo l’inviolabilità dell’infanzia. Noi docenti, formatori di coscienze, non ci volteremo dall’altra parte. E continueremo a denunciare finché sarà necessari". Queste le parole del. prof. Romano Pesavento presidente CNDDU.