A Montesilvano anche il Pd si dissocia dal progetto Filovia

Saccone e Di Costanzo: “È tempo di interrogarsi seriamente sull'efficacia e sulla convenienza di questa scelta”. Dal 1995 ad oggi spesi 30 milioni

A Montesilvano anche il Pd si dissocia dal progetto Filovia

Come riporta il quotidiano online www.ilmontesilvamo.it Romina Di Costanzo e Antonio Saccone, Consiglieri Partito Democratico Progressisti per Montesilvano, hanno diffuso una nota sull’arcinota questione della Filovia Pescara-Montesilvano e con particolare riferimento ai ricorsi presentati dai proprietari dei passi carrai lungo l’ex tracciato ferroviario sul quale sono in corso i lavori di completamento ed elettrizzazione del progetto Filò.

Nell'attuale contesto socio-economico, la necessità di riconsiderare progetti datati diviene imperativa. È con questo spirito che ci rivolgiamo oggi al caso dell'opera finanziata dal Cipess nel lontano 1995 per l'implementazione del filobus, una soluzione di trasporto pubblico che, nel corso degli anni, ha subito significativi cambiamenti e problemi irrisolti.

Da allora, il panorama è cambiato radicalmente: siamo testimoni dei fallimenti delle ditte produttrici dei mezzi, nonché dell'acquisto di nuovi veicoli il cui dimensionamento si rivela inadeguato per attraversare tratti specifici della nostra sede, caratterizzati da restringimenti e ostacoli architettonici affrontati in maniera inadeguata e parziale.

Riconosciamo l'importanza del trasporto pubblico nel ridurre il traffico su gomma e mitigare l'inquinamento atmosferico, ma ci chiediamo: quale senso ha parlare di trasporto rapido di massa su un tratto riservato e elettrificato di solo sei chilometri tra due città, con mezzi ingombranti che deviano su strade non adatte e a velocità massima di 25 km/h?

Va sottolineato che la questione in esame è estremamente complessa e intricata, alla luce delle tante difficoltà incontrate. Anche dal lato dell'Amministrazione comunale, che pur desidera favorire l'opera, vi è una mancanza di chiarezza sul percorso da intraprendere.

Questa mattina, durante la seduta della Commissione di Garanzia, in cui l'Amministrazione è stata chiamata a fornire informazioni sullo stato del contenzioso relativo ai passi carrabili sulla strada parco, sospesi dal Tar fino all'udienza di merito del 14 giugno, è emerso che il Comune ha revocato i passi carrabili ritenuti illegittimi per mancanza di titolo di proprietà o concessi irregolarmente. Tuttavia, non è chiaro se ci siano altri passi carrabili soggetti a revoca.

Un dato significativo è che non è stato ancora deciso se il Comune presenterà un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. Nel frattempo, è stata richiesta una relazione integrativa all'ufficio Urbanistica, e solo dopo la valutazione di quest'ultima l'Ente deciderà le prossime mosse. In via precauzionale, l’Amministrazione sta valutando la possibilità di adottare una soluzione concordata con il condominio che detiene i passi carrabili, come l'implementazione di complanari, o di installare semafori regolatori, in conformità con le prescrizioni del Ministero.

Inoltre, l'implementazione del progetto comporterà la soppressione di alcune corse di linee urbane fondamentali per gli abitanti delle zone interne, che si avvantaggiano di percorsi decentralizzati non compatibili con il tracciato percorso dai nuovi mezzi.

A complicare ulteriormente l’iter anche la recente comunicazione della Regione a TUA e ai Comuni in merito alle operazioni di bonifica da effettuare, a seguito di segnalazione fatte dal Comitato Strada Parco, ai sensi del Titolo V, Parte IV del decreto 152/2006 che impone agli enti responsabili di adottare tempestivamente misure di prevenzione in caso di potenziale contaminazione del sito. Nella nota la Regione ribadisce che l'Amministrazione non ha competenza a disporre provvedimenti amministrativi per impedire la ricostruzione del pacchetto stradale prima dei necessari carotaggi. Si invita TUA S.p.A., in qualità di soggetto titolare dell'intervento, ad attenersi alle disposizioni normative riguardanti il rinvenimento e la rimozione di eventuali rifiuti interrati nel sito, e a eseguire le indagini preliminari volte ad accertare la potenziale contaminazione delle matrici ambientali.

L'ostinazione nel perseguire questa opera ha comportato un costo superiore ai 30 milioni di euro, senza garantire ad oggi un trasporto pubblico locale funzionale.

Contrariamente alle promesse iniziali, l'intervento ha comportato l'abbattimento di alberi, la distruzione di siepi e l'installazione di barriere fisiche agli accessi pedonali. Ci preoccupa in particolare la questione della sicurezza degli accessi alle abitazioni, come nel caso dei passi carrai di Montesilvano, dove l'installazione di semafori potrebbe non garantire un accesso adeguato in presenza di marciapiedi angusti.

È dunque tempo di interrogarsi seriamente sull'efficacia e sulla convenienza di perseverare in questa scelta. Non possiamo permetterci di ignorare le evidenti criticità e i costi aggiuntivi che essa ha comportato strada facendo.

Inoltre, è importante considerare che quando i cittadini si riappropriano degli spazi, come nel caso del tratto pescarese ma anche per la nostra città, non sempre si tratta semplicemente di una manifestazione della sindrome NIMBY (Not In My Backyard), bensì spesso rappresenta una nuova prospettiva funzionalista sulla mobilità sostenibile leggera. In tal senso, dovremmo essere pronti a ripensare il destino di queste infrastrutture in base alle esigenze locali, valutando attentamente i costi e i benefici anziché persistere nell'utilizzo di fondi pubblici per soluzioni che si rivelano inadeguate di fronte ai molteplici problemi presenti sul tratto, piuttosto che procedere con prove di forza a via di carte bollate.