I giochetti politici in Italia

Agcom ha deciso che nel rispetto della par condicio i giornalisti che prendono parte agli show nelle tv dovranno dichiarare "la propria posizione": cioè intenzione di voto. E la Costituzione?

I giochetti politici in Italia

I GIOCHETTI POLITICI IN ITALIA. Torna in Italia, in previsione delle elezioni di marzo, la cosiddetta par condicio, ossia la parita' di trattamento. Certo potrebbe essere, anzi dovrebbe essere, applicata in molti campi della vita; ma qui la locuzione latina si rivolge alla televisione. Come i lettori sanno si tratta semplicemente di questo: se un politico parla diciamo per 7 minuti e 30 secondi, il suo avversario potra' parlare per 7 minuti e 30 secondi. Ma ora interviene il garante per la comunicazione, Agcom, il quale dall'alto del suo trono conferma la par condicio per gli uomini e donne della politica, ma aggiunge che anche i giornalisti che prendono parte agli show tv, dovranno dichiarare "la propria posizione". Posizione? Si', insomma la intenzione di voto. "Io sono tizio e caio del giornale  vattelapesca e la mia intenzione di voto e'...". Siamo ai giochetti infantili di una Italia che non vuole crescere. Il garante della comunicazione ha certo dimenticato che la Costituzione garantisce il voto libero e segreto (art. 48). Punto e basta. Negli Stati Uniti, dove vivo, non esiste la par condicio. Ognuno dice, scrive, urla le proprie idee politiche e ognuno ha la possibilita' di contraddire, attaccare verbalmente le dichiarazione dell'avversario. Sta bene cosi'.

Benny Manocchia