Era ora, caro Presidente!

Il Capo dello Stato parla di ricostruzione tre anni e mezzo dopo il terremoto. Benigni vuole comprare casa in città

Era ora, caro Presidente!
POTEVA ASPETTARE UN ALTRO PO' PER DIRLO. Bisogna ammettere che fa un certo effetto sentire il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, esclamare dopo tre anni e mezzo dal terremoto che "è ora di ricostruire L'Aquila" e di dimenticare i progetti di una new town fuori dell'attuale centro. A questo punto poteva aspettare ancora un altro po' per dirlo, no? In un periodo storico in cui la ricostruzione dell'Emilia è già cominciata, mentre quella dell'Aquila a momenti stenta ancora a partire, le parole di Napolitano colpiscono. In negativo. Ma stavolta non è tempo di polemiche, visto che c'è da celebrare il nuovo auditorium del capoluogo regionale, inaugurato ieri pomeriggio con un concerto della Mozart Orchestra diretta da Claudio Abbado. L'auditorium, ha detto Napolitano indicando l'opera (realizzata da Renzo Piano), "non è solo un simbolo, ma è già una realtà, concreta e molto bella".
 
SULLA RICOSTRUZIONE BARCA RASSICURA NAPOLITANO. Quanto alla ricostruzione, il presidente della Repubblica ha "ricevuto dal ministro Fabrizio Barca molti elementi concreti sui lavori in corso e sui finaziamenti decisi", sia privati che pubblici, per cui "dovrebbero scattare nuovi contributi entro fine anno. Mi pare ci siano prospettive serie", ha proseguito Napolitano, aggiungendo che "è tempo di pensare a ricostruire la città al di là di precedenti esperienze che puntavano piuttosto a costruire fuori. Oggi costruiamo dentro, e mi pare la strada giusta". Insomma, se ancora non si fosse capito: "Basta con l'idea di ricostruire L'Aquila all'esterno, basta con le new town". Proprio a Napolitano i lavoratori dello spettacolo, con una lettera aperta, hanno rivolto un appello in relazione alla costante e progressiva riduzione dei finanziamenti della Regione alla cultura, che ha "messo in ginocchio associazioni, musei, biblioteche e storiche istituzioni professionali", sottolineando che serve "una netta inversione della politica regionale". I musicisti hanno indossato un nastro bianco per ricordare i tagli e chiedere aiuto a nome degli oltre mille addetti.
 
BENIGNI VUOLE COMPRARE CASA A L'AQUILA. A L'Aquila ieri è giunto anche Roberto Benigni, e immediatamente la città si è scaldata, inseguendo il Premio Oscar e acclamandolo nelle vicinanze del Forte Spagnolo. Il comico, accompagnato dalla moglie Nicoletta Braschi, è spuntato a sorpresa da uno dei vicoli che portano verso il nuovo auditorium e subito è scattato l'entusiasmo e l'applauso della piazza, che si è stretta intorno a lui. Benigni non si è sottratto a così tanto calore, e ai giornalisti che lo accerchiavano ha detto che L'Aquila è "una città bellissima e va ricostruita. Anzi, mi vorrei comprare una casa a L'Aquila". Parole che, ironia della sorte, ricordano quelle dell'ex premier Silvio Berlusconi, che anni fa dichiarò appunto la sua intenzione di acquistare una maison in città (non ci pare, comunque, che alla fine l'abbia fatto).
EVVIVA IL TRENTINO. Il vero plauso, ad ogni modo, lo merita il Trentino, visto che è stata proprio questa regione a rendere concretamente possibile il progetto dell'auditorium. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, non ha voluto mancare alla cerimonia, e ha dichiarato: "Parlare di vita normale significa avere ancora lo stimolo e l'occasione per stare assieme, per riappropriarsi degli spazi pubblici". Presenti, inoltre, l'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. C'era persino lui, il 'governator' Gianni Chiodi, che come consuetudine ha voluto commentare sulla sua pagina Facebook questa giornata, parlando di "un concerto bellissimo diretto da Abbado e con parti soliste veramente di livello mondiale. E poi, una forte emozione: dopo la semina, nei prossimi anni, verranno su splendidi fiori all'Aquila: uno di questi è il nuovo Auditorium di Renzo Piano". 
 
 
LA POLEMICA DI PIANO E L'INAUGURAZIONE FARSA. E però... c'è un però. Non tutti si sono accorti di un articolo di Enrico Arosio, uscito il 28 settembre scorso su L'Espresso, nel quale vengono attribuite a Renzo Piano le seguenti parole: «Con tecniche selettive e usando il legno, materiale antisismico ideale, elastico e resistente, avremmo riattivato in fretta una ventina di edifici. Un primo segno del recupero, per lotti, del centro storico. L'Auditorium, rispetto all'idea iniziale, è un ripiegamento». In sostanza, l'architetto avrebbe preferito rifare i palazzi ma dovette invece dirottare il proprio operato verso l'auditorium, che oltretutto dovrebbe essere una struttura provvisoria, mentre il sindaco Massimo Cialente ha fatto sapere che "non lo smonterò mai". Non solo: l'’auditorium passerà solo tra qualche settimana dalle mani della Provincia autonoma di Trento a quelle del Comune dell'’Aquila, appena saranno completati definitivamente i lavori alla struttura. Lo ha annunciato l’assessore comunale alla cultura, Stefania Pezzopane. Insomma, la solita inaugurazione farsa, fatta quando non tutto è stato ancora ultimato. Campa cavallo, che l'erba cresce.
Marco Sette