Codici denuncia Poste Italiane

Parte da Pescara il caso dei Buoni Postali liquidati al 30% in meno: «Pronti a campagna di sensibilizzazione nazionale»

Codici denuncia Poste Italiane

BUONI POSTALI CON INTERESSI SBAGLIATI: CENTINAIA DI FAMIGLIE ITALIANE COINVOLTE. E' un caso che se dovesse essere confermato sarebbe davvero eclatante. Stiamo parlando della denuncia di Codici, associazione che difende i diritti dei Consumatori, nei confronti di Poste Italiane relativa ai Buoni Fruttiferi Postali per interessi calcolati erroneamente o meglio secondo un'interpretazione errata da parte del sogggetto sottoscrittore. Nella vicenda, come è facile immaginare data la capacità di diffusione del soggetto in questione, sono coinvolte decine di migliaia di famiglie italiane, migliaia di famiglie abruzzesi e centinaia di famiglie pescaresi che hanno sottoscritto i titoli. «Non incassate senza prima averci fatto controllare i conti! Chi avesse già incassato può rivolgersi all’Associazione per il risarcimento», questo l'appello di Codici tramite una nota ufficiale. Secondo l'associazione dei consumatori Poste Italiane starebbe, nel momento dell’incasso dei buoni fruttiferi, facendo firmare tramite liberatorie documenti in cui si attesterebbe che non si pretende altro denaro oltre quello accordato da decreto ministeriale. «La questione - spiegano - riguarda i buoni postali sottoscritti ed in scadenza perché non più fruttiferi: al momento del riscatto, le poste liquidano somme inferiori a quelle spettanti in base alla tabella riportata sul buono». Aspettative disattese, secondo Codici, per quanti credevano di ritirare, alla scadenza del buono, il capitale incrementato dagli interessi indicati sulla tabella posta sul retro dello stesso.

DOVE STAREBBE L’INGHIPPO? Ai fini del calcolo degli interessi per la liquidazione del buono sarebbe applicata non già la tabella riportata sul titolo, ma un decreto ministeriale del 13 giugno 1986 che stabilisce tassi di interesse inferiori a quelli indicati sul buono. Tale interpretazione è errata, come sancito dalla Suprema Corte di Cassazione, e dall’Arbitro Bancario Finanziario, che riconoscono la prevalenza delle condizioni di conteggio riportate sul buono e la non applicabilità del decreto. «Nonostante l’errata interpretazione del decreto - commenta Codici - Poste Italiane sembra stia rimborsando almeno 30% in meno delle somme dovute, ritenendo che le condizioni riportate nella parte posteriore del buono non abbiano valore perché superate da quelle del decreto ministeriale. I consumatori in possesso di tali buoni sono numerosi e molti di loro non sono neanche a conoscenza dell’iniquità delle somme ricevute. Pertanto, Codici lancia una campagna nazionale sulla questione e invita i cittadini titolari di buoni in scadenza a rivolgersi all’associazione prima di incassare e di incappare nella beffa. Anche chi ha già incassato le somme può rivolgersi allo Sportello legale del Codici, che provvederà ad avviare le azioni legale per risarcire i cittadini delle somme che ancora non sono state corrisposte». Il Codici al riguardo fa sapere che sporgerà anche denuncia penale contro Poste Italiane.

Redazione Independent