Truffa da 230 milioni di euro

Scoperta gang di truffatori: vendevano false polizze fidejussorie. Tra i frodati anche Bellia del Chieti calcio

Truffa da 230 milioni di euro

PESCARA. SCOPERTA MAXI TRUFFA. Una maxi truffa da 230 milioni di euro è stata scoperta dalla Polizia Postale di Pescara e dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla procura della Repubblica di Pescara. Un giro milionario di false fidejussioni e false polizze fidejussorie - uno strumento indispensabile per lavorare nel commercio - create tramite l'utilizzo di false documentazioni di società di credito. Il meccanismo fraudolento prevedeva l'utilizzo di un sito web fraudolento e degli indirizzi email, ai danni di ignari clienti che hanno sottoscritto polizze e false fidejussioni credendo di interagire con degli istituti di credito e società esistenti. Nel raggiro sono finite diverse società italiane tra Abruzzo, Piemonte, Lazio, Lombardia e Marche, oltre ad importanti società calcistiche.

GL ARRESTI. Nove persone sono finite in manette, arrestate dalla Postale e dalla Guardia di Finanza di Pescara, che hanno scoperto il raggiro dopo la denuncia del presidente della Confidi Mutualcredito di Pescara,Giorgio Di Rocco, che ha denunciato l'8 marzo 2011 l'esistenza di alcune false polizze che riportavano il nome della sua società e di cui veniva disconosciuta l'esistenza. A capo dell'organizzazione, accusata di assocuazione per delinquere finalizzata alla truffa, un broker romano già noto alla giustizia per reati in materia finanziaria. Il successivo sviluppo investigativo ha evidenziato che le polizze false erano oltre 150 per complessivi valori nominali che superavano i due milioni di Euro in danno, oltre che della succitata Confidi Mutualcredito, anche di primari Istituti bancari.

IL MECCANISMO FRAUDOLENTO. Dalle indagini è emerso il ruolo di un broker abruzzese che aveva proposto ai clienti (vittime delle frodi) le false fideiussioni, il quale, escusso dalla Guardia di Finanza di Pescara, messo davanti alle evidenze, dichiarava di essere stato a sua volta raggirato da una persona di Roma, spacciatasi per emissario della CONFIDI di Pescara. Le indagini che hanno portato al sequestro del sito il sito internet www.confidimutualcredito.it e le caselle email ad esso collegate, come ad esempio info@confidimutualcredito.it, hanno disvelato che queste erano state create ad arte per truffare le vittime, erroneamente convinte di interagire col vero istituto di credito.

FALSI SITI WEB. L'organizzazione avema messo in piedi un vero e proprio sistema di strumenti informatici consistente in falsi siti web e falsi indirizzi email apparentemente riconducibili ai veri istituti, fax online, numeri verdi online, conti paypal usati per pagare on line fax e numeri verdi, creato dal sodalizio che serviva per ingannare e reindirizzare automaticamente tutte le comunicazioni delle vittime, convinte di interloquire con i veri istituti di credito

ANALISI DEI TRAFFICI TELEFONICI. Un’approfondita analisi, incentrata in particolare sull’incrocio del traffico di centinaia di migliaia di contatti telefonici e telematici compiuti dalla Polizia Postale collegata alla ricostruzione degli ingenti flussi finanziari e contabili analizzati dalla Guardia di Finanza, ha consentito di identificare il sodalizio criminale composto da un gruppo di comando, che organizzava e gestiva le attività, un gruppo di brokers, che procurava i clienti/vittime, ed i cassieri, due fratelli, che attivavano e gestivano i conti correnti sui quali poi venivano dirottati gli introiti delle frodi. 

LE VITTIME DEL RAGGIRO. Tra le vittime della consorteria criminale figurano non solo i contraenti, società private o liberi professionisti, ma anche i beneficiari, tra i quali spiccano vari enti e istituti pubblici come diversi ministeri, regioni, tribunali, l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia del Demanio e l’Agenzia delle Dogane di varie province etc. Inoltre, nelle ultimissime fasi dell’indagine si accertava che il gruppo criminale in parola aveva venduto almeno quattro ulteriori false fidejussioni a squadre di calcio (Lega Pro) che dovevano servire per l’iscrizione all’attuale campionato. Le vittime sono oltre 200. Tra questi anche il Chieti che venne, appunto, penalizzato per irregolarità nella documentazione di iscrizione al campionato. Tra le altre società calcistiche coinvolte nella truffa anche il Casale, Treviso e Como.

I SEQUESTRI. Durante il bliz delle forze dell'ordine sono stati sequestrati numerosi documenti, probanti l'attività dell'organizzazione, matariale elettronico (7 pc, computer, i-pad, laptop), 4 autovetture, 1 moto di grossa cilindrata, 6 conti correnti (con 37 mila euro ciascuno), 21 telefoni cellulari, 133 false fidejussioni accertate. L'attività messa in piedi aveva garantito oltre 230 milioni di euro di capitale virtuale.

IL CAPO DELL'ORGANIZZAZIONE. Era una persona che aveva uno spiccato passato criminale. Si tratta di un detenuto in regime di detenzione speciale - quindi non in carcere - che aveva pensato bene di rimettersi in affari. Quesi, definito dagli inquirenti come uno "spregiudicato abile conoscitore dei meccanismi bancari", aveva addirittura chiesto ad alcuni siti internet di cancellare il suo nome dal web perchè riteneva che potessero danneggiare la sua attività.

Redazione Independent