Terre Marsicane dice no!

Non piace l'idea di Pastore: «La Provincia Appennino-Adriatica sarebbe squilibrata». Piace la proposta 'Italica'

Terre Marsicane dice no!

RIORDINO PROVINCE, NO ALL'APPENNIO-ADRIATICA. Sull'ipotesi di riordino delle circoscrizioni provinciali il Comitato Territoriale Provincia dei Marsi, in attesa di un pronunciamento formale dei sindaci della Marsica sul tema, ha espresso una ferma contrarietà alla possibilità che prevede la costituzione di due uniche province, una (Appenino-Adriatica) risultante dall’unione delle province di Chieti, Teramo e Pescara e l’altra (Italica) rappresentata dall’attuale provincia dell’Aquila. «E' fortemente sbilanciata sotto ogni profilo: economico, demografico, infrastrutturale. E penalizzante - hanno spiegato - non solo per le aree interne dell’Abruzzo, ma per l’intero sistema regione».

NON PIACE IL DOPPIO ACCORPAMENTO. Non convince il presidente di Terre Marsicane, Attilio Francesco Santellocco, nemmeno l’ipotesi di costituzione delle due province, risultanti dall’unificazione di Teramo con L’Aquila (Italica) e Pescara con Chieti. «Sebbene più equilibrata rispetto alla precedente - si legge nella nota - questa deve necessariamente essere accompagnata da un riassetto complessivo della provincia “Italica”, volto a dare adeguata e piena rappresentatività amministrativa ed istituzionale alla Marsica ed all’area Peligna-Alto Sangro».

L'IDEA "ITALICA" DI TERRE MARSICANE. Il Comitato Territoriale Provincia dei Marsi auspica, in alternativa alle ipotesi di riordino finora avanzate, la previsione di un’unica provincia regionale (cosiddetta "Italica") e la costituzione delle 6 unioni territoriali omogenee che ad oggi rappresentano incontrovertibilmente la naturale e più efficiente organizzazione territoriale ed amministrativa per l’espletamento delle funzioni residuali di area vasta assegnate alle Province. «L’unico dubbio - conclude Santellocco - è se l’attuale classe politica abruzzese, avrà il coraggio e la lungimiranza per adottare una tale scelta, o se, come sempre, prevarranno logiche partitiche di basso profilo, contrarie agli interessi dei cittadini, e non giustificabili in un momento di portata storica come quello rappresentato da questa fase di revisione e razionalizzazione dell’assetto amministrativo ed istituzionale della nostra regione». 

reda inde