Serve il Campus da 32 milioni?

La Regione scommette contro il mercato e punta sul settore automotive. Già dimenticate le parole dell'Ad Fiat?

Serve il Campus da 32 milioni?

CAMPUS AUTOMOTIVE. LE RAGIONI DI CASTIGLIONE. "Il Campus Automotive è un'azione cardine che il Cipe ha individuato nella delibera del 31/9/2011 con la quale si individuano i fondi Fas alla Regione Abruzzo. Il Mise nel campus Automotive ha individuato un'azione indispensabile per lo sviluppo economico industriale dell'intera regione, destinando un'apposita misura. La delibera di giunta regionale non ha fatto altro che individuare nella camera di commercio di Chieti l'Ente attuatore del progetto". Così parlò il vicepresidente della Giunta regionale, Alfredo Castiglione, in risposta ai dubbi sollevati dal consigliere, Giuseppe Tagliente. Dubbi legittimi, in realtà, considerato che le prospettive del settore automotive, e le principali strategie adottate dai produttori al tempo della più feroce crisi economica, sono a dir poco fosche.

UN PROGETTO IN LINEA COL MERCATO? L'idea di destinare tutti quei soldini per la creazione di un laboratorio di ricerca e sviluppo fa sicuramente gola a molti. Già, ma a chi? La Regione Abruzzo ed i suoi 30mila lavoratori, indotto compreso, hanno davvero bisogno di un Capus costosissimo (32 milioni di euro) per scommettere su un futuro che non esite più? Non sarebbe forse meglio tentare una riconversione dell'intero, ormai presunto, Polo dell'Automobile? L'Ad Fiat, Sergio Marchionne da Chieti, ha infatti praticamente deciso di abbandonare il progetto "Fabbrica Italia": ciò significa zero investimenti in impianti e nuovi modelli e, forse, la dismissione di uno stabilimento produttivo (quello della Val di Sangro?). Stesso discorso hanno fatto i giapponesi della Honda che, recentemente, hanno annunciato il nuovo piano industriale, con la riduzione del 30% della forza lavoro. E, questi sono argomenti arcinoti anche all'ex direttore generale dell'azienda di moto più famosa del mondo, Silvio Di Lorenzo, attale presidente della Camera di Commercio di Chieti. 

Marco Beef