“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Quando il Carnevale era una festa agro-dolce
Oggi è una 'festa di gioia' che fa centro a Venezia dopo la Guerra era la fame a colpire più delle maschere
QUANDO IL CARNEVALE ERA UNA FESTA AGRO-DOLCE. Del nostro Carnevale ho ricordi simpatici ed amari. Quando ero bambino, mia madre, toscana, ci portava a Viareggio per assistere alla festivita' che quella citta' era solito organizzare. Momenti entusiasmanti, cori, montagne di coriandoli, maschere di vari personaggi (a me piacevano quelle di Bartali e Coppi), musiche, un mondo quasi unico. Poi, di giorno in giorno, di mese in mese la guerra si fece sentire sempre di piu'. Il Carnevale, che dava l'avvio ai quaranta giorni di dieta (niente carne) divenne un momento di tristezza seguito quasi sempre da battute dei piu' grandi: non occorre la dieta di 40 giorni, qui stiamo facendo la fame anche senza Carnevale...
Oggi il Carnevale, grazie al cielo, torna ad essere una festa di gioia (qualche volta incontrollabile) che fa centro a Venezia, dove 3 milioni di persone impazziscono per molti giorni. La gara piu' entusiasmante e' sempre quella che riguarda la partecipazione di eccezionali costumi di una volta, di maschere preparate con oro e argento, di champagne al posto del bicchiere di vino: uno sfarzo che sembra essere la rivincita su buona parte dell'anno, presi alla gola dai problemi quotidiani. Signori, niente carne per 40 giorni in attesa della Pasqua. Anche se - mi hanno detto - ogni tanto una gambetta di pollo non viene rifiutata.