Qualcosa da rettificare

Carlo Spatola Mayo sull'articolo "Tensione immotivata" in merito alla presentazione dei candidati M5S

Qualcosa da rettificare

LE PRECISAZIONI DELL'INGEGNERE MAYO. Ha suscitato un vespaio di polemiche il nostro articolo di lunedì scorso nel quale si sottolinea che il collega Stefano Buda de Il Tempo è stato vittima di un mini processo durante la conferenza stampa di presentazione dei candidati del M5S. Buda, infatti, è stato aggredito verbalmente da più persone per aver posto una semplice domanda sulla presunta apertura del Movimento 5 Stelle a Casapound. Carlo Spatola Mayo, uno dei portavoce dei grillini, si è risentito per questo articolo e ci ha inviato una serie di precisazioni che pubblichiamo. «Il titolo "Tensione immotivata" -– dice Mayo -– non significa nulla. Se c’è la tensione, vuol dire che c'è un motivo. Altrimenti non c'è. Quindi è un titolo che sposta l'attenzione dal tema della conferenza stampa, e questo non è corretto. Il riferimento nel catenaccio è più che sufficiente». Mayo contesta anche l'espressione “idee e programmi assolutamente chiari”, affermando che «la notizia doveva essere questa. Quali le idee, quali i programmi. Chi li volesse conoscere, li leggesse da qualche altra parte. Alla faccia delle 5 W del giornalismo, delle quali in questo pezzo se ne intravedono a malapena un paio».

LA NOTIZIABILITA' DELL'’EVENTO. Purtroppo ciò che non è molto chiaro a Mayo è che esiste la cosiddetta “notiziabilità dell'evento”: è una cosa che si studia anche all’Università, nei corsi di laurea in Scienze della Comunicazione, e consiste nel saper intuire quanto un determinato fatto sia importante e dunque “meritevole” di diventare una notizia. Secondo il Movimento 5 Stelle, la vera notizia era che venivano presentati i candidati alle elezioni… secondo noi no: “per colpa” di una claque che avrebbe dovuto tacere anziché contestare un collega in maniera del tutto fuori luogo, la vera notizia è diventata il “mini processo” di cui sopra, facendo scivolare in secondo piano l’'argomento iniziale della conferenza stampa. Sappia, Mayo, che i giornalisti scrivono ciò che ritengono più opportuno, relativamente a qualunque tema. Non devono essere gli altri a dettare ai giornalisti “l'agenda” degli argomenti da trattare. In questo caso, Abruzzo Independent ha ritenuto che fosse molto più importante sottolineare un evidente clima di tensione che si è creato all’interno del M5S dopo la domanda su Casapound; se non fosse stato toccato un nervo scoperto, nessuno avrebbe reagito in maniera così piccata, perché non ne avrebbe avuto motivo. Ecco il perché della “tensione immotivata”: non c’'era ragione di reagire così, dunque si è palesata una tensione che –se non ci fossero stati degli scheletri nell'’armadio non avrebbe avuto motivo di esserci.

«UN QUADRO FALSO E TENDENZIOSO». Sempre Mayo parla di «un quadro falso e tendenzioso della realtà» con “una raffica di termini e locuzioni” che raccontano “di un'atmosfera pesante, combattuta e dai toni accesi che non c'è stata se non nella mente di chi evidentemente la voleva a tutti i costi”. Forse questa atmosfera non c’è stata solo nella mente di Mayo, o meglio nelle sue orecchie, visto che lui sedeva in fondo alla sala, lontano da Buda, e probabilmente non ha captato tutte le frasi che gli sono state rivolte. Noi invece, che eravamo in mezzo “all’'arena”, abbiamo sentito bene il "simpatizzante" (è stato lui stesso a qualificarsi così) che diceva a Buda «il tuo è un modo vecchio di fare giornalismo», la signora che gli diceva «non sono queste le domande che devi fare», con Buda che giustamente le rispondeva «quindi dovrei fare le domande che vuole lei?», un altro che diceva a Buda «io sono antifascista», per concludere con un signore un po’ attempato che gli ha gridato «noi siamo per la Costituzione!». Se non si chiama aggressione questa, cioè mettere una serie di individui che, uno dopo l’altro, si scagliano contro una stessa persona… sicuramente, a casa nostra, questo non è un semplice “confronto democratico”, ma un modo per assalire in maniera poco consona un povero giornalista che ha solo posto una domanda. Domanda alla quale tra l’altro lei, Mayo, ha risposto in maniera tranquilla e pacata, e anche questo è stato scritto nel nostro pezzo ("Mayo e Vacca hanno replicato con tranquillità"). Quindi non c’è alcun “quadro falso e tendenzioso”.

NOI E BUDA. In sostanza, Mayo se la prenda con i "simpatizzanti" anzichè con noi, perchè sono stati loro a generare questo caos. E non è finita: Carlo fa anche un confronto tra il nostro pezzo e quello del diretto interessato, scrivendo che nell’articolo di Buda pubblicato martedì su Il Tempo “non si percepisce affatto lo scorrere del sangue. E questo la dice lunga sulle capacità, o forse sulle intenzioni, del vostro anonimo cronista”. Questo, caro Mayo, non vuol dire niente. Buda può aver omesso alcuni particolari per mille ragioni diverse. E comunque nel suo pezzo non nega affatto di essere stato contestato: “Alcuni dei presenti, però, non sembrano apprezzare – scrive – «Queste cose non contano nulla», «E' roba vecchia, noi siamo oltre», «Voi giornalisti fate solo gossip», si agitano diversi attivisti”. E poi specifica: «Prima di quel momento il clima era stato assolutamente sereno». Che è poi ciò che ha scritto pure il nostro giornale: “Dunque, fino a quel momento, tutto stava filando liscio”. Caro Mayo, anche noi di Abruzzo Independent, come voi grillini, “siamo oltre”, e quindi andiamo “oltre” le logiche del “vecchio giornalismo”, focalizzando l’attenzione su ciò che riteniamo più opportuno. O questo discorso dell’'Oltre deve valere solo per voi?

LA RETTIFICA. Fatte tutte queste precisazioni, poiché le regole cui siamo soggetti noi giornalisti impongono il dovere di rettificare se e quando ci viene chiesto, riportiamo adesso di seguito la richiesta di rettifica di Carlo Spatola Mayo rivolta direttamente al sub direttore: “Se mi vuoi fare la cortesia di rettificare così: per sapere cosa ne pensa il giornalista "aggredito" della propria aggressione non tenete conto dell'articolo pubblicato sulla mia testata, chiedete direttamente a lui. Magari aggiungendo anche due righe su cosa si è detto dei candidati: non era quello l'argomento della conferenza stampa?”. Come abbiamo già sostenuto, è vero che era quello "l'argomento" della conferenza stampa, ma non era "la notizia" più importante. Concludiamo puntualizzando una cosa, visto che Mayo ci ha dato alcuni “consigli” di carattere giornalistico: la conferenza stampa si basa, per definizione, su un dialogo tra i relatori della stessa e i giornalisti, dunque non sono ammesse ingerenze e interferenze da parte di soggetti che non c’entrano niente. Tradotto: se quella era una conferenza stampa e non un’assemblea, i “simpatizzanti” del M5S potevano sicuramente assistere, ma non dovevano permettersi di parlare interrompendo la conferenza stampa e attaccando il giornalista. Forse sono stati proprio loro, e non noi di Abruzzo Independent, a “distrarre l'attenzione dai temi della conferenza stampa”.



Redazione Independent