Pescara, Corso Vittorio: la fine di una non decisione

L'amministrazione Alessandrini distrugge anche questo progetto della giunta Mascia e opta per il ripristino dello status quo: la strada verrà riaperta al traffico

Pescara, Corso Vittorio: la fine di una non decisione

CORSO VITTORIO, MA CHE CASINO. L'amministrazione Alessandrini, a Pescara, va avanti come un treno nelle sue convinzioni e, dopo la cancellazione del progetto della Duna, smonta pezzo per pezzo anche un altro "punto forte" del precedente governo cittadino: la pedonalizzazione (ops, scusate, "riqualificazione") di Corso Vittorio Emanuele. Il sindaco Alessandrini e il vicesindaco Del Vecchio spiegano che si è "ritenuto di dover ripristinare" le cose così com'erano prima, riaprendo in sostanza la strada al traffico: "E' stata una scelta operata, come risulta di tutta evidenza, anche in ragione del nutrito dibattito che ha accompagnato l’esecuzione degli stessi lavori e si pone l’obiettivo di perseguire e tutelare una molteplicità di esigenze: a partire da quelle ambientali, a toccare quelle economiche e sociali collegate".

LO DOBBIAMO RIAPRIRE. Per il Comune, "la collocazione dell’asse viario di Corso Vittorio all’interno di un'area vasta compresa tra Via Ferrari e il Lungomare Matteotti, che racchiude da una parte la prevista destinazione a “parco” dell’area di risulta, con la sua potenzialità di parcheggio verso il lato monte, e dall’altra la ZTL verso il lato mare, che risulta a sua volta attraversata da un asse importante qual è Via Nicola Fabrizi, con senso unico direzione nord-sud, non poteva non risentire della sua originaria funzione e delle legittime aspettative di crescita e sviluppo economico delle aziende lì presenti, anche assecondando le nuove funzioni commerciali coniugate ad una nuova e diversa penetrabilità del luogo che dovesse rendersi più adeguata".

UNA DECISIONE COMPLESSA. E' stata una decisione "complessa", maturata dovendo fare i conti con il nuovo assetto viario dell'arteria, pensato dalla precedente amministrazione senza che la “riqualificazione parziale” di Corso Vittorio "fosse preceduta da una visione e da una scelta globali sulla città, operate a monte dello stesso intervento". A tutto ciò deve altresì aggiungersi l’obbligo imposto da una sentenza amministrativa volta a eliminare la cosiddetta “controstrada”, realizzata sull’area di risulta in violazione di elementari norme urbanistiche.

L'INTERVENTO. In particolare, l’intervento previsto è stato calibrato in due distinte azioni:

A) Istituzione “zona 30” su Corso Vittorio:

· per promuovere l’accessibilità alle aree centrali intesa nella sua multimodalità (auto, bus, ciclabilità, pedonabilità);
· per contenere i flussi di attraversamento;
· per implementare le infrastrutture atte a migliorare la visibilità della separazione della sede carrabile da quella pedonale;
· per rifare la nuova segnaletica sia su Corso Vittorio sia sulle strade limitrofe con inversione dei sensi di marcia (in aderenza al progetto di controllo della ZTL con telecamere), realizzazione di stalli per parcheggi, carico e scarico etc. allo scopo di ricondurle alla situazione quo ante operam.

B) stop al transito ordinario sulla c.d. “controstrada” sulle aree di risulta, definita da Alessandrini e Del Vecchio "autentico baluardo di traffico confliggente" (una frase molto alla D'Alfonso). Verrà anche smantellata la rotatoria posta alla fine di via Teramo.

MA CI VORRA' ANCORA QUALCHE SETTIMANA. Il percorso per la completa attuazione della nuova disciplina viaria necessiterà ancora di qualche settimana di tempo per concretizzarsi, al fine di realizzare le necessarie opere di segnaletica stradale e di rifunzionalizzazione di alcune strade che per Zagat ed Enzo "devono concorrere, diversamente dalla loro attuale funzione, ad alleggerire il traffico veicolare cittadino". E, come disse Schettino, "vabbuò".

Nicola Chiavetta