Nuova vita per la torre vinaria della Cantina Frentana di Rocca San Giovanni

Terminati i lavori di ristrutturazione del manufatto costruito nel 1958. Un lavoro magnifico: 25 metri di altezza per venti di diametro e un tavolo di cristallo sospeso

Nuova vita per la torre vinaria della Cantina Frentana di Rocca San Giovanni

ROCCA SAN GIOVANNI. RISTRUTTURATA LA TORRE VINARIA DELLA CANTINA FRENTANA. Venticinque metri di altezza per venti di diametro, un tavolo di cristallo sospeso da cui poter osservare il lavoro che si svolge negli anelli sottostanti della torre e una grande sala all’ultimo piano dove gustare un bicchiere di vino sarà un’esperienza unica. Dopo un’attenta ed accurata ristrutturazione, la torre vinaria della Cantina Frentana di Rocca San Giovanni (CH) è pronta per continuare a scrivere pagine del futuro di una cantina vitivinicola ormai alle soglie dei 60 anni. “Ci sono voluti sei mesi per la redazione del progetto e la messa a punto dei lavori seguiti dall’ingegnere marchigiano Francesco Guzzini, un professionista esperto in progettazione integrata – ha spiegato il presidente della Cantina Frentana Carlo Romanelli – con cui abbiamo subito trovato un’intesa sull’idea progettuale fondata sul principio che le originarie funzioni della torre vinaria dovessero essere mantenute, realizzando però un luogo in cui potessimo regalare emozioni, facendo assaggiare un calice del nostro vino. Un luogo, insomma, non banale – ha detto ancora Romanelli - per far apprezzare cosa c’è dietro una bottiglia e quale sia il lavoro di cura che i 400 soci della nostra cantina cooperativa fanno ogni giorno sugli oltre 720 ettari di superficie vitata”.
Nasce così la sala esperienziale della Cantina Frentana, posta a venticinque metri di altezza, con il pavimento realizzato in legno di rovere con una tecnica di costruzione che ricorda quella per la realizzazione delle botti, posta all’ultimo piano della torre vinaria, tutt’ora in uso e perfettamente funzionante e in cui sono ben visibili, per esempio, i boccaporti per l’ispezione del mosto. Al centro della sala un tavolo tondo di cristallo “sospeso” da cui poter osservare la vita e il lavoro all’interno della torre e gustare un calice favoriti da luci particolari, che permettono di guardare attentamente ogni sfumatura del vino. E poi ancora la grande terrazza con la vetrata circolare da cui poter osservare, a 360 gradi un bellissimo angolo d’Abruzzo, che va dalla Costa dei Trabocchi all’Appennino centrale, con il massiccio della Majella. “La sala esperienziale è il cuore di tutto il progetto – ha sottolineato, il progettista, l’ingegner Francesco Guzzini – un luogo in cui valorizzare i frutti della terra e restituire emozioni legate alla conoscenza del lavoro dell’uomo. Avremmo potuto realizzare una sala bellissima ma senza storia, in questo modo, abbiamo l’ambizione di aver restituito nuovo slancio alla torre vinaria realizzata nel 1958 dall’allora presidente D’Agostino, pensandola come un ponte fra passato e futuro”. La torre vinaria è stata dotata, inoltre, di un moderno ed esclusivo impianto di luci che ricorda quello di un faro, quasi voler simboleggiare un punto di riferimento per la promozione enogastronomica di un’ intera area, quella Frentana, sconosciuta a molti ma che ha molto da raccontare. “Il “faro” della nostra torre vinaria – ha concluso il presidente della Cantina Frentana Carlo Romanelli - vuole mettersi a disposizione dell’intera area, ospitando manifestazioni, momenti d’incontro, convegni, presentazioni di libri, degustazioni: un luogo da cui parta una promozione integrata del territorio e da cui si raccontino esperienze e progetti di un sistema complesso che parla di vigneti, trabocchi, cultura enogastronomica, storie. Una risorsa del territorio, per la promozione del territorio”. Un luogo, dunque, in cui si esalta l’oltre mezzo secolo di storia della Cantina Frentana e si racconta il lavoro quotidiano dei 400 soci e che, ora, comincerà a scrivere entusiasmanti pagine di futuro che parlano di vigne e vini, ma anche di uno spaccato interessante di questa parte d’Abruzzo “sospesa” fra la montagna e il mare.

Redazione Independent