Nasuti e lo "status" teatino

L'ex sindaco di Castel Frentano usa parole dure: «Non perdiamo nulla senza Chieti capoluogo». E' polemica

Nasuti e lo "status" teatino
NASUTI CONTRO CHIETI. «Se Chieti perde lo status di capoluogo, il resto della provincia non perde proprio nulla». Lo dice senza mezze misure il consigliere regionale Emilio Nasuti (ex sindaco di Castel Frentano), che interviene così nel dibattito sul riordino delle Province, ponendosi in contrasto con quanto sostenuto già da un po' di tempo dal Sindaco di Chieti Umberto Di Primio e dal Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, per i quali l'eventuale passaggio di Chieti "alla corte" di Pescara avrebbe conseguenze negative per Lanciano e Vasto. Intanto proprio Di Primio ha annunciato il project financing per la realizzazione del nuovo tribunale teatino, "destinato a ospitare anche gli uffici giudiziari di Lanciano e Vasto". Un investimento da 4 milioni di euro, che nelle intenzioni del primo cittadino di Chieti porterà alla realizzazione di una cittadella addirittura più grande di quella della vicina Pescara, con parcheggi e infrastrutture a servizio di avvocati e cittadini che arriveranno da tutta la provincia. Una dichiarazione che spiazza, se si tiene presente che nelle scorse settimane lo stesso Di Primio si era espresso a favore della sopravvivenza del tribunale di Lanciano. Va inoltre sottolineato che gli avvocati di Lanciano (ma anche i loro colleghi di Vasto) non hanno mai fatto mistero di preferire l'accorpamento su Pescara anzichè su Chieti. Il dibattito, insomma, è destinato a infiammarsi ulteriormente. Ed Emilio non vuole certamente restare zitto.
 
«UN ATTEGGIAMENTO INCREDIBILE». «L'atteggiamento del Comune di Chieti ha dell'incredibile», afferma Nasuti. Da una parte il sindaco Umberto Di Primio scrive una lettera ai Consiglieri regionali in cui definisce il capoluogo 'primus inter pares' rispetto a Lanciano, Vasto e Ortona, dall'altro lancia l'ennesima prova di forza e presenta il project financing per la realizzazione di una cittadella giudiziaria a Chieti in cui accorpare non solo il presidio frentano, ma anche quello di Vasto». Effettivamente questo gesto appare un po' contraddittorio. «La vicenda del tribunale - sottolinea Nasuti - è solo l'ultima delle contraddizioni che arrivano dal capoluogo. E' giusto che Di Primio, come sindaco, difenda la sua città, ma non ci venga a dire che il capoluogo a Chieti è una garanzia per tutta la provincia, perché puntualmente gli atti che arrivano proprio da Chieti smentiscono le parole». Insomma, si ha sempre più l'impressione che i chietini stiano cercando di arroccarsi sulle proprie posizioni "a prescindere" (come direbbe Totò), aggrappandosi disperatamente a qualsiasi cosa. Peccato che ormai questo loro comportamento somigli sempre più a un'arrampicata sugli specchi. Nasuti ricorda come proprio Di Primio, fin dall'inizio della vicenda del riordino delle circoscrizioni, avesse ribadito che i servizi e gli uffici andavano ubicati su tutto il territorio provinciale, non solo a Chieti città. «Belle parole - continua il Consigliere - a cui però non è seguito nulla di concreto».
 
IMPEGNI DISATTESI E POSIZIONI DISUNITARIE. Umberto Di Primio, ricorda il castellino Emilio, «aveva parlato di sede Asl. Ebbene, non mi pare che sia stato avviato un discorso per spostare la direzione generale dai locali rimediati all'interno del policlinico di Chieti nel palazzo di via Spaventa a Lanciano, recentemente ristrutturato a spese della collettività e di fatto svuotato di gran parte delle attività. Così, al di là delle dichiarazioni sul mantenere aperto il tribunale a Lanciano, non mi sembra abbia dato seguito a questa volontà. Anzi, ha lanciato il progetto della cittadella giudiziaria. Questi comportamenti non pagano, e la dimostrazione è che nessuno dei 104 Comuni della provincia ha deliberato ufficialmente per mantenere Chieti capoluogo. In passato, in altre occasioni come la questione del Centro Oli, il territorio ha espresso sempre una posizione unitaria. E su questo aspetto Di Primio dovrebbe riflettere. E' arrivato il momento di prendere una posizione chiara: se nella lettera in cui si chiede alla Regione di sostenere Chieti capoluogo vengono indicati i dati economici di tutta la provincia (che tra l'altro fanno riferimento quasi completamente alle aree di Lanciano, Vasto, Ortona e Francavilla), lo stesso capoluogo dimostri concretamente la volontà di andare incontro alle esigenze delle altre zone, proponendo il trasferimento di alcuni servizi, a partire da Asl e tribunale, su Lanciano e Vasto. Del resto, anche il Presidente della Provincia Di Giuseppantonio ha detto che a Chieti ci sono 100 uffici distaccati dello Stato. Due in meno, dunque, non cambieranno poi molto».
 
Giuseppe Marfisi